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Storia di Mister Gregory sciupafemmine senza veli

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Determitatoe intraprendente, brillante e affascinante, collezionista di successi dopo il riscatto dalla povertà. È l'uomo che tutte le donne vorrebbero incontrare, conquistare e amare senza dover ammettere, alla fine, che è uguale a tutti: un maschilista, senza dolcezza, debole e, nel peggiore dei casi, violento. Non è un cattivo (anche se la violenza la vede da vicino) Gregorio Caccialupi, ma un anziano signore che tira le somme della sua lunga e intensa vita che non si avvia sul malinconico «sunset boulevard» ma grazie ad una sorprendente rivelazione, va incontro a una nuova avventura. «Mister Gregory» (Sperling&Kupfer, pag. 540) è il ventunesimo romanzo di Sveva Casati Modignani (nom de plume di Bice Cairati, fino al 2004 in coppia, come moglie e scrittrice, con Nullo Cantaroni) che sta già scalando le classifiche. I suoi precedenti libri hanno venduto dieci milioni di copie e sono tradotti in venti Paesi. Ma Sveva-Bice ha mai incontrato un mister Gregory, il ragazzo che aveva il chiodo fisso di doventare ricco e da bellboy (il giovane in marsina bordeaux che con campanellino e lavagnetta, un tempo che fu, si aggirava nella hall dei grandi alberghi avvisando i clienti di una telefonata in arrivo) e che poi ha sfondato nel business alberghiero? «Certo, l'ho conosciuto e molto bene. È un personaggio che ho incontrato 40 anni fa e mi ha raccontato la sua storia, affascinante e avventurosa che mi ha subito intrigato. Poi una decina di anni fa, a 85 anni, avendo perso tutto il suo patrimonio, ha scelto un finale glorioso, sparandosi. Quando ho letto la notizia sui giornali mi sono meravigliata e ricordando quell'incontro ho pensato di raccontarlo». E per la prima volta il suo protagonista è un uomo: è stato difficile? «Devo ammettere la grande difficoltà iniziale poi ho preso il coraggio a quattro mani e ho deciso...» Le donne sono più «facili»? «No di certo. La donna però mi è più familiare, le avverto come mie simili, le amo molto. L'uomo è un pianeta sconosciuto e non vale la pena di esplorarlo più di tanto». Perché? «È difficile entrare nei loro pensieri, nelle loro emozioni... Anche se sono convinta che le emozioni di un uomo siano più elementari di quelle delle donne e a me, un maschio dalla psicologia elementare, non attirava. Insomma volevo un protagonista-uomo vero». Ed è soddisfatta di «Mister Gregory»? «Non sono mai soddisfatta del risultato. Il miglior libro è quello che devo ancora scrivere». Va bene, però Gregorio è veramente eccezionale o no? «Scrivendo di lui volevo sottolineare il fatto che in generale, per gli uomini anche i migliori, quelli che che considero belli dentro, la donna è sempre un optional, l'amore è sempre optional, perché a loro interessa il successo, la carriera...» E quelli frustrati diventano maschilisti... «Di più, diventano prepotenti rifacendosi sulle donne, arrivano alla violenza e fanno di tutto ... Sono poveretti». Addirittura? «Senta, gli uomini si guardano allo specchio e pensano "dio come sono bello e straordinario". Non pensano mai di essere proprio come Alberto Sordi rappresentavano l'italiano medio... spesso, un poveraccio». E malgrado ciò noi donne spesso siamo considerate la metà di niente? «Certo, perché non ci ascoltano e ci lasciamo schiacciare ma, soprattutto, siamo cattive tra di noi, diretta conseguenza del maschilismo. Molte donne copiano gli uomini anziché tirare fuori la loro intelligenza, la gentilezza, la capacità di penetrare nella psicologia dell'altro...». Però il suo è un uomo che si riscatta dalla povertà, in fuga da una famiglia spezzata e da una madre anticonformista che lui ama profondamente e gelosamente fino ad odiarla... «Io volevo un uomo bello mi sono messa nei panni della mamma e ho cominciato a vederlo bambino, a sentire i suoi racconti e così ho cominciato ad amarlo, a provare tenerezza per la sua povertà... e l'ho seguito». Sono le madri responsabili di come sono i figli maschi? «L'amore di una madre dato, detto e mostrato riesce a costruire un maschietto più completo, meno stressato, un uomo più sicuro di sè». Parla per esperienza? «Sì, io ho un figlio maschio e con lui ho costruito faticosamente un rapporto d'amore che considero eccezionale». Si divertiranno gli uomini che la leggeranno? «Io mi diverto a scrivere e ho la presunzione di credere di divertire tutti, uomini e donne».

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