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Un filo di lana per non scordare

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Unpercorso attraverso l'epopea dell'emigrazione italiana negli Usa raccontato dall'abile penna di Paolo Jorio. «In Un filo di lana - racconta l'autore del libro edito da Tullio Pironti editore - ho voluto raccontare un viaggio attraverso le emozioni, i sentimenti, la fragilità, la forza dell'essere umano. Una storia a lieto fine, che inizia proprio in quei porti italiani dai quali più di 25 milioni di italiani hanno lasciato il Bel Paese nella speranza di trovare fortuna in America». Tanti personaggi descritti con un'attenta analisi psicologica, messi a fuoco con la precisione di una macchina fotografica. Ed ecco che, come spiega Jorio, si capisce il significato del filo di lana: «La storia degli emigranti italiani ci racconta uno spettacolo che, come un rito, si ripeteva ogni qual volta una nave salpava dai porti di Genova, Napoli o Palerno. Un filo di lana rossa teso tra chi ormai era già sull'imbarcazione pronto a lasciare la propria terra e la propria famiglia. Un'arteria che fino all'ultimo istante avrebbe dovuto unite ma che necessariamente, con l'allontanarsi della nave, era destinato a spezzarsi. Questa è la storia del protagonista raccontata attraverso le fotografie che suo nipote mostra a una fotoreporter cinica in cerca di storie assai diverse da quella in cui s'imbatte per caso: storie dove gli emigranti italiani d'America s'identificano in gente che ha fatto i soldi con mezzi non sempre limpidi. Ma la donna scopre un'altra storia fatta di onestà, affetto, rigore dei sentimenti. E sarà questo a cambiarle la vita. Ale. Ber.

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