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La band di Dolores O'Riordan stasera alle Capannelle

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.Bombe, carri armati. Il canto militante di Dolores O'Riordan non si è mai arreso all'evidenza. Puntando il dito contro le nefandezze e il sangue versato nel conflitto nordirlandese, prende posizione sulle contraddizioni dell'Occidente. Di tutti noi. È il ritornello di «Zombie», il brano che ha regalato fama e tanto denaro ai Cranberries, band che per una decina d'anni ha cavalcato le vette dello showbusiness mondiale soprattutto grazie al talento e all'energia della sua leader. Per qualche manciata d'anni sembrava che tutto arrivasse dall'Irlanda. Quell'isola un po' decentrata e soffocata dal vicino gigante britannico aveva rialzato la testa. Tra gli anni Ottanta e i Novanta, sulla scia di Virgin Prunes e U2, ci fu una vera e propria esplosione di band emergenti con base a Dublino, Limerick e Cork. Tra il romanticismo dei Corrs e il disimpegno dei Boyzone, nelle radio cominciava a farsi largo una voce femminile dal timbro inconfondibile. Squillante e roca allo stesso tempo, con una personalità dirompente. Dolores O'Riordan si presentò al mondo intero con un tormentone che ancora oggi risuona nelle orecchie di molti. Il ritornello di «Zombie» trainò l'album «No need to argue» che arrivò a vendere ben 16 milioni di copie. Praticamente un'invasione planetaria, partita dagli States e rimbalzata subito in Europa. I premi di Mtv e le tournée trionfali chiusero il cerchio, proiettando i quattro ragazzi irlandesi nell'Olimpo del rock. Poi vennero gli anni del riflusso, delle tensioni, dell'incomunicabilità. La band si trovò ad affrontare l'ansia e le pressioni di un mercato discografico che pretendeva sempre di più. Inevitabili le conseguenze sulla qualità del lavoro. «To the Faithful Departed» non riuscì a ripetere il successo dell'album precedente. «Bury the Hatchet» e «Wake up and smell the coffee» segnarono il lento ma inesorabile declino della band che nel 2004 abbandonò le scene. I quattro musicisti proseguirono con le loro attività da solisti. Dolores O'Riordan ebbe i risultati migliori con i due album «Are you listening?» e «No baggage». Dal canto suo Noel Hogan non è stato a guardare e cinque anni fa ha realizzato «Mono Band», frutto di collaborazioni con altri artisti. Fino a settembre dell'anno scorso, quando sul sito della band cominciarono a comparire le prime indiscrezioni sulla futura reunion. Che divenne presto realtà. E allora via al tour e ai nuovi brani, colonna portante dello show. Dolores O'Riordan, Noel Hogan, Mike Hogan e Fergal Lawler hanno deciso di tornare ad esibirsi insieme e a pianificare il futuro. Il «Reunion Tour» aprirà oggi alle 21,30 il festival «Rock in Roma» all'ippodromo delle Capannelle. Dal vivo la band riproporrà i successi che ne hanno segnato la carriera. Oltre a «Zombie», brani come «Promises», «Salvation», «Stars» e «Ode to my family»: alcuni dei singoli che hanno avviato e sostenuto il successo del gruppo che in quasi vent'anni di carriera ha venduto complessivamente più di 40 milioni di dischi. Ma nella scaletta, come ha dichiarato Dolores O' Riordan, troverà posto anche qualche canzone tratta dai suoi due album da solista. Il canto militante non rinnega nulla. Il canto militante risorge dalle sue ceneri. Come la Fenice.

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