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Wilson rivisita Shakespeare e lo fa surreale

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Musicae danza si fanno concorrenza ravvicinata. Al Teatro Nuovo debutta in esclusiva italiana un classico di Bob Wilson che si serve dei Sonetti di Shakespeare, genialmente drammatizzati due anni fa con i Berliner Ensemble, la storica compagnia di Bertolt Brecht, per evocare con i colori di un surreale Magritte un mondo di sogno. Un adiposo Cupido alato, un'incartapecorita Regina d'Inghilterra, enormi bicicli, stralunati folletti e buffoni, l'ambiguo allampanato maggiordomo dai rossi capelli ora con una recitazione antiretorica ed antirealistica, ora cantando o snocciolando come rapper le note di Rufus Wainwright, pennelleggiano le altalene poetiche dell'amore con le sue follie e i suoi dolori. A qualche centinaio di metri brillano le danze di Lar Lubovitch, erede di una mentalità classica al connubio con uno stile moderno di qualità. Al Teatro Romano sotto le stelle brilla la danza concertante di marca jazz: pura ebbrezza e gioia di danzare. Pura poesia cinetica. Lor. Toz.

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