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B.B. King, il re del blues sbarca in città con Lucille

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.Quando sul palco sale un pezzo di storia non ce n'è per nessuno. Ed è solo allora che si comprende perché quella musica esiste. Perché quei canti nati sotto il sole delle piantagioni di cotone sono diventati la matrice inestinguibile di tutta la musica popolare, dagli anni Cinquanta in poi. E B.B. King in quei campi di cotone ci ha lavorato davvero. In gioventù. Dal blues è nato il rock e B.B. King era lì in sala parto. Con la sua inseparabile «Lucille», la chitarra Gibson ES-355 Custom, che da sempre lo accompagna nelle sue varie versioni. Da quando se la dimenticò in una sala da ballo dell'Arkansas andata a fuoco durante una rissa. L'edificio fu immediatamente evacuato ma il giovane B.B. King rientrò e recuperò la sua sei corde prima che venisse divorata dalle fiamme. Da allora la chiamò col nome della donna per la quale erano venuti alle mani quei due nella sala da ballo. Era l'inverno del 1949 e B.B. King aveva solo 24 anni. Era l'inizio di una carriera folgorante che lo avrebbe portato ai vertici della musica mondiale. Osannato almeno da tre generazioni di musicisti, invidiato, copiato, amato. Rispettato da tutti. Indistintamente. Chi stasera si trova a Roma non può mancare all'appuntamento in programma alle 21 nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium. A 85 anni «suonati» B.B. King è ancora lì sul palco. Magari un po' più curvo sotto il peso degli anni ma mosso dallo stesso fuoco sacro che gli bruciava dentro quella sera lontana in Arkansas. Quando sfidò le fiamme per recuperare la sua Lucille. E pensare che, nel frattempo, ci sono stati altri sessant'anni di canzoni e innumerevoli collaborazioni con i più grandi musicisti: un elenco sterminato che comprende anche Eric Clapton, David Gilmour, Muddy Waters, Phil Collins, Stevie Ray Vaughan, Chaka Khan, James Brown, Jerry Lee Lewis, Little Richard, Ray Charles, U2, Jeff Beck, Gloria Estefan, Zucchero, Tracy Chapman, Sheryl Crow, Elton John, Mark Knopfler e Van Morrison. Indimenticabile poi la sua esibizione insieme all'attore Bruce Willis, da sempre suo grandissimo fan. Il raggio delle sue influenze è vastissimo. La sua musica ha segnato artisti come Jimmy Page, Jeff Beck e Jimi Hendrix. Alle spalle una lista di hit da far impallidire: «Three O'Clock Blues», «You Know I Love You», «Woke Up This Morning», «Please Love Me», «When My Heart Beats like a Hammer», «Whole Lotta' Love», «You Upset Me Baby», «Every Day I Have the Blues», «Sneakin' Around», «Ten Long Years», «Bad Luck», «Sweet Little Angel», «On My Word of Honor», «Please Accept My Love», «When love comes to town». Tutte lo hanno portato fin qui. Fino a stasera. Blues Boy lo sa. E gli basterà una sola nota. Nel silenzio. Per ricominciare daccapo.

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