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Beatles de noantri

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I Beatles

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Le abbiamo sentite in tutte le salse. Stravolte, riarrangiate, capovolte, tradotte e ritradotte ma mai cantate in dialetto. Nell'era della devolution anche la maestà dei Beatles si piega alle necessità del regionalismo. «Strawberry fields», «Yesterday», «Let it be», «Day Tripper» e «Eleonor Rugby»: dalla storia della musica pop del Novecento al vernacolo. Domani e lunedì al Teatro Testaccio si esibiranno gli Appia Road, capitanati da Luigi Abramo che ha tradotto un'abbondante manciata di canzoni beatlesiane in romanesco, mantenendo significato, metrica, assonanze, atmosfera e, in definitiva, cantabilità (al progetto Appia Road è stato dedicato uno spazio musicale durante l'Ottovolante Live Show di Radio2 il 26 aprile scorso). Ma il tributo ai Fab Four organizzato a Testaccio non finisce qui. Per due serate consecutive «Beatles a Roma» attirerà il pubblico degli appassionati con uno spettacolo non solo musicale ma teatrale e di intrattenimento che coinvolgerà collezionisti e fanatici del quartetto. Tra i musicisti che si alterneranno sul palco anche i Bitles, un ospite di volta in volta diverso. Il tributo ha debuttato con una serata soldout sempre a Testaccio lo scorso 14 marzo e la sua formula è originale e divertente: un viaggio nel mito e nelle curiosità della storica band attraverso racconti, musica dal vivo, esposizione e mostra di cimeli e memorabilia, ascolto in diretta di dischi d'epoca da collezione. Le due serate sono nate da un'idea di Simone Mariani, Lorenzo Mazzè e Martino Pirella, che ne sono gli animatori e saranno in connessione con il «Beatles' Day» organizzato a Brescia dai Beatlesiani d'Italia Associati di Rolando Giambelli, con una scaletta che prevede la presenza, oltre ai già citati Bitles e Appia Road del duo Gloden Gate Park (Priscilla Giuliacci e Andrea Allocca). Sono passati ormai più di quarant'anni da quando i Fab Four si sono sciolti. Quattro giovani che hanno riscritto la storia della musica pop del secondo Novecento. Hanno rivoluzionato mode e costumi e hanno inventato un modo nuovo per essere musicisti acclamati in tutto il mondo. Dagli anni Sessanta in poi non c'è stato gruppo rock che non si sia confrontato più o meno direttamente con loro. John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr sono diventati l'inevitabile pietra di paragone per tutti quelli che fanno musica. La loro vicenda possiede qualcosa di magico e miracoloso e le loro canzoni sono diventate la colonna sonora di un'intera civiltà. La nostra. Per questo gli omaggi in giro per il mondo sono tantissimi e Roma non poteva essere da meno. Senza dimenticare che lo show di Testaccio tornerà sotto i riflettori anche a luglio, quando sono in programma altre serate nell'ambito dell'Estate Romana. Il mito che non tramonta.

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