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Via al duello per la Casa del Cinema

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Ricky Tognazzi alla cinepresa

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Mentre il Centro sperimentale di cinematografia è tra i 232 enti che non riceveranno più contributi statali, in un'atmosfera rovente, si è svolto ieri l'incontro sul futuro della Casa del Cinema (Cdc), diretta da Felice Ludadio (dal 2004), con contratto in scadenza nel 2011. Laudadio - tra i tanti incarichi - ha già diretto la Mostra di Venezia, è stato ad dell'Istituto Luce e presidente di Cinecittà Holding. «Saremmo felici se il Comune continuasse a non finanziarci, rendendoci però indipendenti. Dal 2011 la Cdc potrebbe gestirsi da sola, con un consorzio delle associazioni cinema che potrebbero chiederla in gestione, magari affiancate da Cinecittà Luce». Parola di Laudadio che propone questa formula all'assessore alla cultura del Comune di Roma, Umberto Croppi, il quale a sua volta rilancia il cambio di gestione della Cdc, non più il Palaexpo ma Zètema (società partecipata al 100% dal Comune).  Laudadio rivendica l'ideazione della Casa del cinema, individuando nello spoil system la decisione del Comune di non rinnovare il suo mandato. Quanto al deficit di 405mila euro, il direttore ricorda che è dovuto al mancato contributo di circa 260mila euro, nel 2007/2009, da parte del Comune di Roma; dalla fuga degli sponsor Lottomatica (150mila dirottati dal Comune a altra struttura) e di Rai Trade (50mila). Croppi, ha accolto l'invito al confronto, precisando che non si può parlare di spoil system, perché se così fosse «Laudadio non sarebbe più qui da due anni e mezzo. Ma esiste il diritto e il dovere di scegliere da parte di chi è chiamato a governare, senza rimproverare Laudadio del passivo del 2009, deficit ripianato dal Comune con il bilancio dell'Azienda Speciale Palaexpo». L'assessore è disponibile al confronto nei prossimi sei mesi con le associazioni del cinema sulla futura governance. Appello raccolto dai presenti: Citto Maselli, Ettore Scola, Fabrizio Gifuni, Giulio Scarpati, Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo, i fratelli Taviani, Stefano Rulli (100autori), Laura Delli Colli (Sngci) e Bruno Torri (Sncci), che ha sottolineato «la necessità degli investimenti del Comune per la Cdc e per la cultura, la loro assenza sarebbe un imperdonabile precedente».

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