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«I reality hanno stravolto la tv ma gli artisti tengono duro»

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È iniziata una delle più imponenti campagne di solidarietà del mondo francescano conventuale», che promuove due progetti benefici, l'assistenza all'infanzia per Haiti e le missioni in Colombia. Per contribuire basta inviare un sms (al 45505 al costo di due euro dall'1 al 7 giugno), mentre venerdì ad Assisi tornerà il tradizionale appuntamento «Nel nome del Cuore, su Raiuno in prima serata, condotto da Carlo Conti. Ricco il parterre degli ospiti, da Renato Zero a Francesco Renga, Massimo Ranieri, Malika Ayane, Irene Fornaciari, Matteo di «Amici» e tanti altri. Conti, che effetto le fa condurre una serata dal palco di Assisi? «È una grande emozione. Chiudo la stagione televisiva di un anno molto fortunato con una serata finale importante e di spessore. È il quarto anno che conduco questa trasmissione ad Assisi e ogni volta si rinnovano momenti di grande umanità. È un programma che ha l'anima e il cuore che pulsa, con tanti contenuti e non solo di spettacolo. Tutti i partecipanti salgono su quel palco essenziale con una marcia in più, davanti a un pubblico di tanti ragazzi con i quali c'è il contatto diretto». Cosa rappresenta per lei San Francesco? «Sono cresciuto con i francescani, ho fatto la comunione a Firenze con i Cappuccini e sono molto credente. Ho imparato a pregare sempre e credo che sia fondamentale farlo, non solo quando nella vita accadono cose gravi per le quali si chiede la grazia. La preghiera è un momento di meditazione quotidiano. Mi ha emozionato ricevere il premio Santa Chiara, peraltro patrona della televisione». C'è grande attesa anche per gli ospiti di «Nel nome del cuore».. «Renato Zero è già il secondo anno che viene, si è innamorato dell'iniziativa. Ci saranno tanti artisti famosi e anche il professor Paolucci che parlerà d'arte e del restauro fatto sugli affreschi di Giotto». I suoi prossimi impegni televisivi? «Tornerò a settembre su Raiuno con "L'Eredità", abbiamo realizzato 267 puntate, restando leader nel record degli ascolti, peraltro inaspettati. E poi torneremo con "I migliori anni", dobbiamo ancora stabilire le date. Dopo essere stato nominato per il terzo anno consecutivo personaggio dell'anno della tv, sono stato gratificato anche dal risultato del programma comico sperimentale "Aria fresca". Una novità, dopo il 1997, quando realizzammo uno show con Panariello, non si facevano più su Raiuno spettacoli comici. A parte il one man show, ovviamente. "Aria fresca" ha avuto punte del 19 % di share, è stato un vento nuovo per un pubblico giovane». Quali sono i comici che l'appassionano di più? «Sordi, Benigni, Pieraccioni e Panariello. Fiorello sta vivendo un periodo di grazia, leggerezza e bravura». Quanto i reality e i talent hanno mutato la storia della televisione? «Entrambi sono testimoni di una tv che, come il mondo d'oggi, divora tutto in fretta. Ma poi per restare sulla breccia occorre essere davvero bravi, i personaggi che non valgono vengono bruciati nel giro di una stagione. Nell'era dei reality non c'è più la gavetta, né la palestra, ma i veri artisti si riconoscono sempre. Quello di Raiuno resta però il marchio più prestigioso. Per esempio, ho preferito vestire le signore de "L'Eredità" con jeans e camicia piuttosto che con abiti scollacciati, è stata una mia iniziativa che molti hanno apprezzato. Le donne meno scollate non sono per questo meno belle o meno sexy. Anzi. Purtroppo i media ancora oggi strumentalizzano in modo volgare il corpo femminile». Resterà sempre lo scapolo d'oro della tv? «Credo nella famiglia e, proprio perché per me è un valore importante, il matrimonio è un passo che voglio fare una volta per tutte nella vita».

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