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La parabola sottovoce dell'amore

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222,con prefazione di Adonis) e Tu, in agguato sotto le palpebre (Kronos Förlag, pp. 215). Un inesausto movimento elastico, folgorato di immagini sorprendenti nella loro limpidità plastica, di suoni antichi e parole di ogni giorno e "silenzio ostinato", disloca i motivi più comuni, i colori teneri e aspri, l'intreccio narrativo della storia autobiografica e le metamorfosi del paesaggio mediterraneo e nordico nell'agile struttura delle liriche: definita in fulminei circuiti e attenta a favorire l'accordo di una registrazione di eventi con parabole "sottovoce" e a rappresentare senza attriti anche il più doloroso diario di un amore. Il lessico nitido (e colmo di simboli e rifrangenze), rilanciato da echi e memorabilità, è uno sguardo pronto a impadronirsi pure del fondale più eccentrico (case come "carte arrotolate"; nebbie dove "i vivi si nascondono / e scompaiono come morti"), mentre si attenua la percezione fisica dello spazio che diviene atmosfera tesa ad assorbire il variare degli orizzonti. Raccolto nel tracciato autonomo del foglio, si afferma un "alfabeto" attrezzato per comporre il ritratto dell'amata in guizzi di esposizioni capaci di prendere forma da ogni impensabile occasione. La lirica di Grasso è un "libro di avventure" in cui l'esterno parla sempre della stessa donna, i treni corrono senza tregua, le luci sbiadiscono in malinconie d'autunno, la concava nenia dei ricordi rinnova su un "atlante" germogli di mistero e la vita rimbalza "da una promessa all'altra".

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