Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Luchetti e l'illusione del proletariato

default_image

  • a
  • a
  • a

Famiglia, lavoro, integrazione e solidarietà, questi i temi affrontati da Daniele Luchetti nel film «La nostra vita», in concorso al festival di Cannes il 20 maggio. In anteprima il regista svela la sua scelta di raccontare sogni e illusioni del proletariato, rappresentato da Claudio (Elio Germano) che, dopo la morte della moglie (Isabella Ragonese), per elaborare meglio il lutto, decide di far soldi. Così, da operaio della periferia romana, diventa imprenditore, tra malaffare edilizio e sfruttamento di lavoratori al nero. Circondato dai suoi tre bambini (che riempie di regali e benessere materiale), da una sorella (Stefania Montorsi), un fratello (Raoul Bova), una specie di socio (Claudio Colangeli) e uno spacciatore sulla sedia a rotelle (Luca Zingaretti). Luchetti, come è cambiato oggi il proletariato? «È accecato dall'illusione del denaro a tutti i costi e crede così di poter avere tutto ciò che possiedono i ricchi. Ma dimentica poi il codice morale e non riesce più a esprimere i propri sentimenti. Claudio, il protagonista, per essere risarcito dal dolore del lutto, prende la scorciatoia e le sue difficoltà rievocano la storia del nostro Paese». La moglie rappresenta invece la famiglia e l'etica.. «Proprio così, e appena muore lei, l'operaio diventa un autentico figlio di puttana. I miei personaggi sono molto realistici, ho osservato a lungo la vita dei cantieri prima di realizzare il film. È emerso un mondo nuovo, dove gli operai italiani guidano le Mercedes e, sotto cospicua ricompensa, sfruttano gli sfruttati. Ovvero, completano l'opera lasciata in genere a metà dai colleghi stranieri, che stanchi dello sfruttamento abbandonano i cantieri. E spesso le ultime due settimane di lavoro non vengono mai pagate». Cosa si aspetta dalla sua partecipazione a Cannes? «È la quarta volta che vado al festival francese, la Croisette è l'ombelico del cinema. La nostra piccola produzione italiana realizza molti meno film rispetto alla Francia, ma è piena di talenti. Sono orgoglioso di rappresentare l'Italia in una rassegna che quest'anno ha selezionato pochi film europei, a vantaggio di quelli asiatici». Le dispiace per il forfait del ministro Bondi a Cannes, che protesta così contro il film della Guzzanti? «Mi dispiace molto che non venga il ministro. Credo che, al di là della politica, un artista debba essere libero di esprimersi. E dovremo tutti essere fieri di testimoniare all'estero questa libertà».

Dai blog