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La rivincita dei marines

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The Pacific

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Se in Usa l'attesa è finita il 14 marzo, per l'Italia occorrerà aspettare ancora qualche giorno. Arriverà infatti su Sky Cinema 1 e 1 Hd, domenica prossima, «The Pacific», la serie in 10 puntate prodotta da Tom Hanks e Steven Spielberg che racconta la campagna dei marines nel Pacifico durante la Seconda Guerra Mondiale. A dirigerla Jeremy Podeswa, Carl Franklin, David Nutter e Timothy Van Patten. Negli Usa sono già andate in onda, sulla rete Hbo, le prime puntate e i commenti della stampa sono entusiasti: «Una storia brutale ed eloquente – ha scritto il Time – che tratta meno di come gli uomini combattano e muoiano, e più di cosa succeda loro quando combattono e sopravvivono». Dal passato al presente, la storia d'America si può raccontare meglio attraverso le sue guerre e uno dei conflitti più brutali, ma anche più ricco d'interrogativi, è stato quello nel Pacifico, contro il Giappone, che cominciò per gli Usa dall'attacco contro Pearl Harbor (7 dicembre 1941). Questo il leitmotiv che ritorna nei dieci episodi della miniserie, quasi a porsi come un parallelo con l'atuale conflitto tra Usa, Medio Oriente e cultura musulmana. Per la miniserie più costosa della storia, sono serviti quasi 7 anni di lavoro in Australia e 200 milioni di dollari. «The Pacific» segue le storie di tre diversi marines, le cui vicende talvolta si intersecano, subito dopo l'attacco a Pearl Harbor ed è basata su due libri di memorie scritti da marines, «With the Old Breed» di Eugene Siedge e «Helmet for My Pillow» di Robert Leckie. Per Hanks, si tratta di un lavoro contro ogni guerra, «non patriottico né edulcorato, alla ricerca della verità, per non nascondere nulla dell'orrore del conflitto». Molti americani, compresi Hanks e Spielberg, hanno padri e nonni che avevano combattuto quella guerra e il tema è più che sentito nel Paese di Obama. "The Pacific" è una straordinaria macchina produttiva, targata Hanks e Spielberg («Salvate il Soldato Ryan» e «Band of Brothers»), basata sul conflitto nel Pacifico fra truppe americane e giapponesi, che offre una prospettiva differente sulla Guerra Mondiale. «Combattere nel Pacifico significava sporcarsi con la malta e con il sangue. Il Pacifico era un territorio lurido, selvaggio, molto più ostile dell'Europa - ha spesso sottolineato Hanks - La traversata, con le sue lande desertiche, gli atolli ustionati e le foreste pluviali, rende i nostri eroi quasi dei marziani in un territorio sconosciuto. Anche i nemici degli americani, i giapponesi, facevano molta più paura. Avevano attaccato inaspettatamente e andavano conquistando rapidamente il mondo. Sin dalla prima puntata, emerge il desiderio di rivalsa nell'aggressione americana, una vendetta fisica, brutale. Scovare i giapponesi, per noi era una missione, un modo per regolare i conti con le paure interiori». Sono le migliaia di lettere spedite dai veterani del fronte orientale ad aver ispirato ed aiutato i registi a rendere lo sviluppo narrativo della serie molto realistico. D'altra parte, la Hbo è avezza a simili capolavori. A cominciare da «Sex and the city» (1998-2004): ambientata a New York, la serie si concentra sulla vita sentimentale e sessuale di quattro amiche, tra i 35 e i 40 anni, che trattano anche argomenti di rilevanza sociale, come lo status delle donne nella società e il loro ruolo nella famiglia. Mentre «I Soprano» (The Sopranos) è un'altra serie tv prodotta dall'emittente americana Hbo, trasmessa dal 1999 al 2007. Tutto ruota attorno alla vita di Tony Soprano, boss della mafia italoamericana: la famiglia Soprano, i cui avi italiani sono originari di Ariano Irpino, vive nel New Jersey, vanta importanti contatti con le cosche newyorchesi e mantiene relazioni affaristiche con la camorra napoletana. Il boss è soggetto ad attacchi di panico che lo portano sul lettino di una psicanalista, alla quale confida ben presto i suoi turbamenti legati alla famiglia: il rapporto col terribile personaggio della madre Livia, il complesso legame con la moglie Carmela (connivente ma estranea alle imprese criminali del marito), i figli adolescenti, lo zio (fratello del padre), che non lo considera come boss e lo contrasta in ogni modo. A questi problemi personali si aggiungono quelli professionali, in cui Tony deve destreggiarsi fra Fbi, traditori della sua stessa famiglia e boss in ascesa di famiglie rivali.

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