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"Draquila" un film noioso privo di satira e ironia

Sabina Guzzanti

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DRAQUILA L'ITALIA CHE TREMA, di Sabina Guzzanti, Italia, 2010 Ennesimo attacco al premier attraverso il cinema, con l'aggiunta stavolta di una critica feroce contro Bertolaso. L'artefice è Sabina Guzzanti, Michael Moore in gonnella, che tenta, senza successo e senza satira, di screditare l'immagine del presidente Berlusconi. Già con il titolo, «Draquila L'Italia che trema», il docu-film vorrebbe sottolineare come il nostro premier si sia trasformato in un vampiro, che non si è fatto scrupolo di succhiare sangue alle vittime del terremoto, a L'Aquila, pur di alimentare il suo consenso. Tali assurdità vengono per giunta sposate da una specie di giornalismo d'inchiesta. E allora giù, a sostenere quale grande affare sia stato il terremoto del 6 aprile 2009 per Berlusconi, che in quel momento sarebbe stato (tutto da dimostrare) in crisi di popolarità, tanto da dover mettere su un vero e proprio braccio armato del governo, ovvero la protezione civile, condotta da Guido Bertolaso. Una organizzazione che sarebbe dovuta addirittura diventare una sorta di Spa, capace di ottenere commesse e denaro ovunque fosse possibile. Per una velatissima sorta di par condicio, anche la sinistra e il Pd escono però malconci dall'analisi della regista, perché (ovviamente) incapaci di fare opposizione. Tra gli intervistati, sfilano Antonio Ingroia, che torna sui ventilati finanziamenti mafiosi per la costruzione di Milano 2, svolta economica del giovane imprenditore Berlusconi. E poi, ci sono le dichiarazioni su corruzione e politica di Vincenzo Macrì e quelle di Enzo Boschi, presidente dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia. Tutte queste accuse filmate saranno a disposizione dei critici internazionali (il 13 maggio) al festival di Cannes, dove il documentario sarà fuori concorso. Al di là dei discutibili (e improbabili) contenuti (secondo cui nei campi di accoglienza abruzzesi sarebbero arrivate ordinanze per cui non si poteva bere caffé né coca cola), il film non è riuscito. Non svela nulla di interessante. Non ha belle riprese. È noioso. Pretenzioso. Vorrebbe far passare gli Italiani per dei cretini che avrebbero votato, coscienti, un furfante come premier. Forse, a Sabina Guzzanti riuscirebbe meglio la politica faziosa che non la regia. Il suo collega Moore, almeno, riuscì a entrare in concorso a Cannes e a portarsi a casa la Palma d'oro.

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