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«Cosa voglio di più», la passione scoppia tra precari

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Adessoci dice dell'insorgere di un amore con un furioso contorno di sesso, affidandosi ad echi egualmente drammatici, lontani ormai dalla serenità dei suoi film d'una volta. Anna vive fuori Milano. Tutti i giorni prende il treno per andare a lavorare in un ufficio dove tutti l'apprezzano. Convive con Alessio, un brav'uomo che le vuol bene in maniera tranquilla, ricambiato allo stesso modo. Un giorno, per caso incontra Domenico, cameriere in un ristorante, sposato con prole, ed è amore a prima vista. Addirittura senza freni, ma con non poche difficoltà perché, non avendo luoghi dove rifugiarsi, debbono ricorrere ad alberghetti a ore, mentendo sempre per tentare di nascondere quella loro doppia vita, circondati come sono da parenti, da amici, da gente che, ad ogni momento, rischierebbero di far soffrire. Dovendo alla fine tirare le somme negative di tutto. Soldini ha puntato molto sui due amanti, lei che finalmente ha scoperto l'amore vero e il vero sesso, lui, con quella famiglia alle spalle, con accenti più responsabili ma fiducioso, comunque, di trovare soluzioni. Attorno, con il concorso di un testo cui anche questa volta ha posto mano, con altri, Doriana Leondeff, ha evocato figure disegnate sempre a tutto tondo, la moglie di lui, la mamma, una zia e una sorella di lei che ha appena avuto un bambino, e li ha coinvolti tutti insieme in una rappresentazione all'insegna del movimento, ricorrendo spesso, con forti tensioni, a piani sequenza incalzati da una macchina a mano sostenuta da ritmi fatti scaturire, specie all'inizio, da un montaggio quasi frenetico. Il risultato, nonostante qualche fisionomia un po' sfocata e delle situazioni che, qua e là, potrebbero essere meglio incise, è quasi sempre convincente. Per merito anche di tre interpreti al centro di una grande vitalità espressiva. Anna è Alba Rohrwacher, appassionata ma tesa, con i nervi sempre a fior di pelle, a Domenico presta un volto segnato ma intenso Pierfrancesco Favino, Giuseppe Battiston, presente quasi in ogni film di Soldini, è il ritratto più sincero ed autentico dell'uomo tranquillo. Nelle cifre realistiche del più onesto buon senso.

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