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Best seller da pollastrelle

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«Dunque, signorina: cosa vorrebbe che facessi per lei esattamente?». «Dovrebbe fare in modo che lui si innammori di me...». Comincia così «Sos amore», il libro col cuore rosso che campeggia su copertina rosa firmato da Federica Bosco. È finalista al Bancarella, il premio di chi sta sul campo, i librai. Miss Federica - quarantenne che ha smesso di essere disperata, gioventù con mamma e papà separati, stupendiucci da animatrice al Club Méditerrané, poi barista, segretaria, commessa, cameriera - con la scrittura ha trovato l'ubi consistam. 350 mila copie finora vendute, tradotta in dieci lingue, un best seller alle spalle dal titolo «Mi piaci da morire», due manuali di sopravvivenza per signorine: «101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro» e «101 modi per dimenticare il tuo ex». Bosco è la capofila della pattuglia italiana della «chick lit». Letteratura per pollastrelle, dove l'abbreviazione da chicken e da lit(erature) la dice lunga su un genere confezionato per trentenni single sull'orlo di una crisi di nervi. Le altre si chiamato Alessandra Casella, Stefania Bertola, Chiara Santoianni. Hanno inventato figurette di sclerotiche in jeans e cellulare, borsa firmata, casini sentimentali. Si chiamano Lara o Gloria, s'innamorano sempre di quello sbagliato. Però, altro che Liala. Gli affanni del cuore o li risolvono sul lettino dello psicanalista o se li buttano alle spalle con il gioco del chiodo scaccia chiodo, del rimpiazzo immediato. Insomma, sono la versione italiana delle Bridget Jones, delle pettegole di Sex and the City, delle maniache dello shopping alla Kinsella. In alcuni casi rivendicano la primogenitura del genere. «Il mio "Un anno di Gloria" è stato scritto prima del Diario di Bridget Jones», mette i puntini sulle i la Casella. Spiega: «Mica doveva essere un libro. Da attrice comica, ero stata ingaggiata per scrivere su un'agenda 365 frasi divertenti sui single. Io le ho contestualizzate, affibbiandole a Gloria. Il tutto è finito nel cassetto. Quando è esplosa Bridget Jones, ho tirato fuori i miei fogli e cavalcato l'onda». Gloria ha in comune con Bridget un fisico così così, con i chili in più. Succede lo stesso per Lara, l'eroina di Chiara Santoianni. È insicura, goffa, s'impiastra di creme dimagranti, ruba le diete di Cosmopolitan. Santoianni ci tiene a farla identificare con la zitella della porta accanto. Ma la sua missione donna ha dell'altro: il portale Chiara's Angels. «Mi sono ispirata a tutte quelle che mi confidavano i loro problemi. Con i mariti, con i figli, le amiche, il lavoro. Alle donne sole e disperate ma anche a quelle che dalla vita vogliono qualcosa di più». Federica Bosco è più introspettiva. «Come molti della mia generazione, anni Settanta, mi sono sentita truffata. Dai genitori divorziati, dal lavoro che manca, dagli affitti alle stelle, dagli stipendi da fame. E poi, che fatica rapportarsi con lui. Ci si incontra su facebook, la donna è rampante, aggressiva, l'uomo si sente defraudato del ruolo. Che confusione. Scrivere mi ha aiutato a vedere il bicchiere mezzo pieno. E ho trovato un editore, Avanzini, che mi ha apprezzato. Il resto è venuto da sé. Ma non è letteratura rosa. Se le mie copertine replicano questo colore, beh, io non c'entro niente».

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