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Il piano di Radu Lupu va a passo di recital

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Perl'Accademia di Santa Cecilia scende in campo la classe di Radu Lupu. Alle 20,30 in sala Santa Cecilia è atteso il grande pianista romeno che torna all'Accademia con un recital dedicato ai suoi compositori prediletti, infatti di Leós Janácek, che ha lasciato esigue pagine pianistiche tuttavia di estrema originalità, Lupu sarà interprete di «Nella Nebbia», per affrontare poi la beethoveniana Sonata n.23 in fa minore op. 57 «Appassionata». Il recital si conclude con Schubert, compositore d'elezione insieme a Beethoven di Lupu, del quale suonerà la struggente e postuma Sonata in la maggiore n. 20 D. 959, sorta di testamento spirituale dell'ultimo Schubert. Il suo gesto interpretativo, il suo tornare quasi «ossessivamente» su un numero esiguo di opere, sempre alla ricerca di ogni piccolo dettaglio e di ogni minima variante esecutiva, di timbro e di fraseggio, fanno di Radu Lupu uno dei pianisti più poetici e al tempo stesso più innovativi del nostro tempo. Radu Lupu aveva 6 anni quando iniziò a studiare il pianoforte con Lia Busuioceanu e fece il suo primo debutto pubblico con un programma completo della sua musica all'età di 12 anni. Ha continuato i suoi studi per diversi anni con Florica Muzicescu e Cella Delavranca prima di vincere una borsa di studio nel 1961 per il Conservatorio di Mosca dove ha studiato con Galina Eghyazarova, Heinrich Neuhaus e più tardi con Stanislav Neuhaus. È regolarmente invitato a suonare con tutte le più grandi orchestre del mondo compresi i Berliner Philharmoniker e i Wiener Philharmoniker. La sua prima e maggiore apparizione in America fu nel 1972 con la Cleveland Orchestra e Daniel Barenboim a New York e con la Chicago Symphony e Carlo Maria Giulini. Ha suonato a tutti i maggiori festival della musica ed è stato ospite regolare dei festival di Salisburgo e Lucerna.

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