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L'anticastrista che sognava il futuro

Fidel Castro e Che Guevara ai tempi della rivoluzione a Cuba

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Si è detto che a Cuba la rivoluzione avrebbe risolto il problema della medicina. Un tempo questa era una mezza verità, ora invece è una bugia totale. In una rivista scritta dai giornalisti indipendenti dell'isola di Cuba — la maggior parte dei quali sono in prigione — e pubblicata da me insieme con altri amici a Porto Rico, si può leggere la verità sugli ospedali cubani. È piuttosto sorprendente che il sistema cubano abbia prodotto settantamila medici, migliaia dei quali vivono in vari paesi del mondo. Però, a Cuba nelle cliniche in cui si paga in dollari c'è tutto, invece negli ospedali e nelle farmacie cubane non c'è niente. Si è detto che a Cuba la rivoluzione avrebbe risolto il problema della disoccupazione.   Fino a un certo momento, durante il dominio sovietico, è stata una verità, ora invece i disoccupati sono più di un milione, tra cui anche gli operai degli zuccherifici, perché l'industria della canna da zucchero è in rovina. Si è anche detto che tutti i cubani abbiano diritto all'istruzione. Ma c'è un limite: non è un'istruzione di tipo critico, è un'istruzione tecnica o scientifica, ma sempre di tipo marxista. In una recente riflessione ufficiale di Fidel Castro, è stato detto che il milione di studenti che doveva lavorare per un mese nell'agricoltura non ha potuto farlo perché non c'erano risorse. Quindi, l'istruzione a Cuba è un disastro totale. Sono un vecchio giornalista e una volta pensavo che in qualunque posto del mondo non potesse essere tutto nero, che dovesse esserci anche qualcosa di bianco. E quando mi chiedevano che cosa avrei salvato della rivoluzione cubana, riflettevo e rispondevo che l'unica cosa da salvare fosse il fatto che la gente povera di tutta una generazione sia diventata medico o ingegnere. Però, dalla caduta del comunismo sovietico e il conseguente venir meno dell'appoggio a Fidel Castro, a Cuba è incominciata una nuova e impressionante tappa. In un intervento pubblicato sul giornale «Granma», Fidel Castro ha definito che la prostituzione non è tale, che alle ragazze piace, che sono preparate e che a Cuba non c'è l'Aids. In realtà, a Cuba un professionista guadagna dai trecento ai quattrocento pesos cubani, che non sono più di venti o venticinque dollari al mese. Quindi, si guadagna di più facendo la prostituta o l'autista per i turisti...Ho iniziato a frequentare riunioni come queste negli anni sessanta con i miei compagni del vecchio mondo comunista.   Tutti dicevano che avevamo ragione, però pensavano che il comunismo fosse immortale. Pur rispondendo che neppure l'impero romano era stato immortale, non pensavamo comunque che il comunismo sarebbe caduto così facilmente. Una volta mi hanno chiesto di definire il comunismo e io ho detto: «Comunismo è ciò che paralizza tutto. Prima fa fuori tutto, poi paralizza tutto e infine si autodistrugge, come è accaduto in molti paesi». Nel caso di Cuba, oltre alla rovina totale, c'è però una speranza. Ci sono un'opposizione pacifica, una crisi economica e materiale che non è possibile risolvere, e una gioventù comunista a cui in occasione di un'inchiesta ufficiale hanno domandato che cosa desiderasse per l'anno 2020 e che ha risposto all'unanimità: una libertà assoluta e un cambiamento totale.   A Cuba c'è una cupola di potere che comanda da quasi cinquant'anni. Data l'età avanzata, non so quanto dureranno, però so che un giorno Cuba sarà libera. Mentre ascoltavo gli altri contributi, ho pensato molto alla libertà e ho rivisto un bambino che lottava, sforzandosi di muovere i primi passi. Il corpo si opponeva, alla fine però riusciva ad alzarsi e, con grande sforzo, camminava. Il bambino era libero quando disegnava e quando inventava poesie. La sua immaginazione era straordinaria. Non sono mai riuscito a capire perché, a partire da un certo momento, quel bambino sia diventato un adolescente. Non so se lui personalmente, la sua famiglia o l'ambiente scolastico abbiano fatto in modo che si trasformasse in un altro. L'idea della lotta per la libertà di quel bambino è quella della lotta fra il no e il sì con i genitori.   Nella storia dell'umanità, le dittature sono durate parecchio tempo, ma la libertà sempre ha finito per trionfare. Ci sono molti giornalisti indipendenti e oppositori del regime rinchiusi nelle terribili carceri di Fidel Castro. Poco tempo fa, ho ricevuto da una prigione una lettera in cui mi si parlava della tortura della crocifissione, che consiste nell'appendere gli uomini nudi per vari giorni, senza dare loro né da mangiare né da bere. Ciò nonostante, la gente continua a ribellarsi e un giorno Cuba sarà libera.  

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