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Stagione favolosa, il 3d ci fa un baffo

Gian Luigi Rondi

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I film italiani stanno vivendo una stagione ottima: non hanno gli incassi dei «blockbusters» Usa, ma, almeno a casa nostra, rappresentano il 30 per cento del mercato. E fuori Italia vanno benissimo. Sono tutti d'accordo i «big» del cinema di casa nostra: come Paolo Ferrari, presidente Anica: «In questa stagione sono stati prodotti film italiani molto importanti, il settore rappresenta il 30% della quota di mercato e ci auguriamo che questa cresca». Sulla mancata partecipazione del nostro cinema agli Oscar Ferrari ha aggiunto: «Quest'anno dobbiamo essere comunque soddisfatti, visto che con "Baarìa" ci siamo andati molto vicino. Non è facile far parte della cinquina, visto che concorriamo con altri 60 Paesi. Comunque abbiamo molti giovani con buone prospettive per il futuro». E il 3d, la moda del momento, non ci fa paura: Paolo Protti, presidente Anec, l'associazione nazionale esercenti cinema, commenta così le candidature ai David: «È con grande soddisfazione che accogliamo queste nomination, che evidenziano come il 3d e il cinema americano non determinano assolutamente nessun problema per le nostre produzioni. Tre dei titoli nominati - ha aggiunto Protti - sono usciti nel 2010: due in contemporanea con "Avatar", i film di Virzì, "La prima cosa bella", e di Diritti, "L'uomo che verrà", mentre il terzo, "Mine vaganti", di Ozpetek, è uscito in contemporanea con "Alice in Wonderland". Non è dunque vero, come dice qualcuno, che il 3d ammazza il cinema italiano. Tutti e tre i film, infatti, hanno ottenuto un grande riscontro di pubblico». «La nostra giuria ha guardato con specialissima attenzione al cinema italiano in blocco e non concentrandosi solo su singole categorie - ha spiegato il presidente dell'Accademia del Cinema Italiano, Gian Luigi Rondi - e l'aumento dei titoli è la prova che la cinematografia tricolore si manifesta sempre di più. Per il cinema di casa nostra questa è una bella stagione, in ripresa - ha aggiunto Rondi - Quest'anno ci sono 22 titoli in nomination, l'altro anno ce n'erano 13. Questo vuol dire che si è largamente aperto il panorama, non soltanto dei giurati che giudicano, ma anche del cinema con le sue proposte. Se ci sono 22 film che circolano e balzano all'attenzione, vuol dire che il cinema italiano, nonostante i corvi che a volte gli sento svolazzare attorno, è un cinema sempre più vivo e più importante».  

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