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Abbado, quella bacchetta che sa sempre come incantare

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Natanel 2004 per volere di Badini sotto l'ala di Claudio Abbado e con il sostegno della CARISBO, l'Orchestra Mozart di Bologna ha il privilegio di essere snella e di respirare europeo. In questi giorni al Parco della musica (replica oggi pomeriggio e domani sera) sotto la guida del suo mentore recupera lo spirito cameristico (o di sobrio organico sinfonico) secondo lo spirito del primo Ottocento. Riluce così la cristallinità del tessuto compositivo e la levità quasi eterea dei materiale musicali. Delizioso in apertura il Mendelssohn della mediterranea Sinfonia «Italiana» per freschezza e nitidezza del suono con quel Saltarello finale che possiede la leggerezza di una danza campestre d'annata. Forse un po' troppo grintoso, spocchioso, estroso ed aggressivo il Concerto in sol K 219 di Mozart evocato dall archetto d'eccellenza di Giuliano Carmignola e finale in bellezza con la Jupiter, estremo approdo sinfonico mozartiano, con l'apoteosi finale delle quattro note sigla trattate prima nello stile sonatistico e poi eccezionalmente in quello fugato imitativo. Insomma un trionfo annunciato con appetiti bis di rito, sempre diretti a memoria dal divino Claudio (il terzo dopo Monteverdi e Debussy) sul podio della sua piccola grande orchestra alla ricerca della perfetta simbiosi tra braccio e cervello. Insomma un vero piacere, per le orecchie ma non solo. Ad applaudire il presidente Napolitano, Roberto Benigni e signora ed una sala traboccante.

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