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Mirandolina ha un nuovo look

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Amisurarsi con la protagonista della commedia goldoniana «La locandiera» è ora Galatea Ranzi, in scena fino al 28 marzo all'Eliseo, nell'edizione del noto capolavoro firmata da Pietro Carriglio. Sono coinvolti nell'impresa Luca Lazzareschi nei panni del misogino Cavaliere di Ripafratta, Nello Mascia in veste del Marchese di Forlimpopoli, Sergio Basile come Conte d'Albafiorita e Luciano Roman nella parte del cameriere Fabrizio che finirà per condurre a nozze la sua padrona albergatrice come richiesto da una tradizione che non mescola i ceti e non scompone i destini combinati. «Abbiamo voluto sfrondare il settecentismo con una interpretazione asciutta e moderna, concentrata sui piani di ascolto e sui silenzi eloquenti - ha spiegato Galatea Ranzi, descrivendo l'impostazione registica - Si potrebbe parlare di un restauro conservativo per usare un paragone con l'arte figurativa: il testo mantiene la sua storicità, ma appaiono chiari una serie di interventi che la rendono più vicina». Commerciante intraprendente e astuta che sa utilizzare la parola e la seduzione a suo vantaggio, Mirandolina non si lascia abbindolare dalle posizioni maschili, neppure quando sono altolocate, e gestisce la sua locanda con il fiero orgoglio di chi conosce pregi e limiti dei suoi compiti lavorativi e sociali. «Per essere una nostra antenata, si rivela una figura femminile molto attuale - ha dichiarato ancora la protagonista - È una donna che lavora, svolgendo bene il suo mestiere e con grandissima professionalità. Determinata e ironica, sa quello che vuole, riesce a convincere con garbo gli altri ad assecondare i suoi desideri e ama divertirsi, tanto che tutta la vicenda parte proprio dalla sua volontà di fare uno scherzo al Cavaliere, troppo ostile al gentil sesso. Per me è una radiografia dell'intelligenza femminile e permette a un'attrice di condurre il gioco in maniera visibile». E mentre vagheggia il progetto di confrontarsi presto con Ibsen, nonché di dedicarsi a un teatro civile in grado di promuovere discorsi socialmente utili che possano toccare le coscienze, Galatea Ranzi si gode la partecipazione del pubblico a questa sua nuova e impegnativa esperienza scenica. «Gli spettatori apprezzano molto il quadro finale in cui siamo tutti di spalle alla platea e andiamo via verso il tramonto o l'alba di una nuova era - ha commentato - Emerge così l'amarezza della conclusione in cui si scopre il lato cinico e dolente dei personaggi: la decadenza della nobiltà, il dominio del denaro e la smania di arricchimento o i preconcetti sugli altri destinati a crollare, come l'avversione per le donne del Cavaliere. Mirandolina sa chi è veramente e vuole restare se stessa: rinuncia al salto di ceto e va incontro a un matrimonio che non è d'amore».

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