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Il pianoforte va col tango

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LorenzoTozzi È senza dubbio la pianista vivente più famosa al mondo. Spirito solitario ed estroso, l'argentina Martha Argerich si è imposta nel tempo come interprete sensibile e spesso imprevedibile, non aliena da colpi di testa e scatti polemici, come quando a Varsavia suscitò scandalo per difendere il giovane Pogorelich, secondo lei meritevole della vittoria al Concorso Chopin. Del resto il suo curriculum è già tutto un programma, a partire da quella vittoria al prestigioso Concorso Chopin di Varsavia che a soli quattordici anni (era il 1955) gli schiuse le sale concertistiche più importanti del mondo. E l'impareggiabile pianista, interprete di Schumann e Beethoven, non finisce di stupire anche in questa nuova epifania romana (stasera al Parco della Musica per proseguire mercoledì 17 in Sala Sinopoli) in cui apparirà al centro di uno stuolo di amici come i pianisti Alberto Portugheis, Eduardo Hubert e Luis Bacalov, ma anche il bandoneonista Nestor Marconi. Di scena è infatti la musica argentina, negli ultimi decenni assurta alla ribalta grazie all'opera vivificatrice del tango targato Piazzolla. Samba, milonghe, tanghi e rumbe della tradizione sudamericana si alterneranno ad elaborazioni colte di motivi popolari che hanno reso famosa la letteratura musicale latino-americana. In programma da Ginastera e Gustavino al mitico Carlos Gardel sino ai capolavori di Piazzolla e Bacalov, come dire gli uni accanto agli altri pezzi popolarissimi come La Cumparsita, Libertango o Oblivion, ma anche la colta Scaramouche di Milhaud che culmina con una vispa Brazileira. Solisti dell'orchestra, coro e voci bianche dell'Accademia ceciliana diretti da Sciutto eseguiranno anche la nota Misa Criolla (1963) di Ramirez.

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