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Da qualche tempo la chitarra sembrava scomparsa dalle grandi sale da concerto, come se l'epoca dei Segovia, dei Williams o degli Yepes fosse definitivamente tramontata.

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Cecilia,onorato dal tutto esaurito (2700 persone tra cui, inusualmente, molti giovani). Musica per Roma ha voluto infatti privilegiare questo strumento, che sembra aver ormai sostituito il romantico pianoforte nella scala della popolarità, con una rassegna che prossimamente propone tra gli altri anche nomi cult come quelli di Pat Metheny (17 marzo), Al Di Meola (20 aprile) e John McLaughlin (19 maggio). Trionfale il concerto del Paco internazionale, accolto da fischi di approvazione (all'americana) e dal rumoroso consenso oltre che dei fan, anche di turisti e di rappresentanti della colonia spagnola a Roma. Come in una cueva, delimitata dal verde di piante da addobbo, al centro la scena si è andata lentamente riempiendo di musicisti: un secondo chitarrista, un percussionista, un basso elettrico, un tastierista che suona anche l'armonica a bocca ed inevitabilmente, visto il genere gitano, tre tocaores, cantaores e un danzatore (Farru) che col battito delle mani, con l'asprezza delle voce gridata e con i passi del flamenco hanno reso l'aria gradatamente incandescente. All'ordine del giorno improvvisazione e fantasia.

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