Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Per i tedeschi la Sissi all'italiana è meglio della Schneider

Cristiana Capotondi nel ruolo della Principessa Sissi che fu di Romy Schneider

  • a
  • a
  • a

Diceva che non avrebbe temuto il confronto, tanto «gli esami non finiscono mai». E il confronto di Cristiana Capotondi con una delle dive più affascinanti, Romy Schneider, nel remake tv di uno dei film più visti (e più riproposti sul piccolo schermo), «La principessa Sissi», è finito uno a zero. A favore di Cristiana, mica dell'attrice amata da Delon e spiata dalla Stasi. E infatti la fiction che la Rai manderà in onda domenica e lunedì prossimi è piaciuta assai in Germania e in Austria, dove è stata trasmessa da Zdf e Orf a fine dicembre. Insomma, alle latitidini sia della principessa Elizabeth - sposa fanciulla dell'imperatore Francesco Giuseppe e cugina del tormentato Ludwig - sia dell'attrice che le ha dato volto nella trilogia-cult tra il 1955 e il 1957, Cristiana Capotondi ha sfondato. Basta sfogliare i giornali tedeschi. Per il settimanale «Der Spiegel» «Sisi» (già, oltralpe la miniserie si intitola così) intriga meglio dei filmoni anni Cinquanta. Romy Schneider era una «Heidi, una specie di Cenerentola, un pesce fritto vestito con gli abiti dei miti nazionali», va giù spiccio Daniel Haas, che paragona la vecchia Sissi anche a una «greenpeace girl». Invece Cristiana «è illuminata dal regista di luce lunare. Ed è un personaggio più emancipato, con uno spessore politico» che le dà appeal di fronte a spettatori culturalmente più raffinati.   Azzarda una serie di paragoni la Bild: «Cristiana è più sexy di Romy, ha sì uno sguardo d'angelo, ma mai tanto amabile quanto quello della Schneider». Rilanciano altri due quotidiani, il Berliner Kurier e il Berliner Morgen Post. «La Sissi odierna ha 28 anni, 13 in più della vecchia Sissi, ma non è da meno in quanto a charme e carisma. In più, è dotata di un leggero senso dell'ironia». Il climax arriva poi così: «La Capotondi fa sognare tutta la Germania: è bella, sexy, simpatica e brava. Senza paura si è avvicinata al mondo della leggendaria Romy Schneider dicendo: io non voglio competere con lei, voglio solo fare un buon lavoro». E davvero di lavoro ne ha fatto tanto, la Claudia di «Notte prima degli esami». Lei che è romana, romanissima (nata e cresciuta a Monteverde, padre cattolico, madre d'ascendenze ebree, e infatti in famiglia la chiamano Titta più che Cristiana), ha esordito davanti la macchina da presa a 12 anni, nella miniserie tv «Amico mio». Ancora fiction, e quello spot del gelato «Maxibon» con il tormentone in inglese maccheronico «Two gist is megl'». Poi i film, (il primo, «Vacanze di Natale '95» con Boldi), la laurea in scienze della comunicazione, la liaison col bel Nicolas Vaporidis nata sul set di «Notte prima degli esami» di Fausto Brizzi. Non è una che si accontenta, la Capotondi. Al sequel di «Notte prima degli esami» ha detto di no. E ha fatto bene perché l'anno dopo è stata scelta come protagonista de «I Vicerè» di Roberto Faenza, accanto a un grande come Lando Buzzanca.   Per il kolossal da 12 milioni «Sissi» - regia del tedesco Xaver Schwarzenberger, una coproduzione Plubispei di Carlo Bixio con la tedesca Eos e l'austriaca Summerset - ha faticato. Serviva una provetta cavallerizza (perché così è la sovrana d'Austria). E Capotondi è andata a imparare equitazione in uno dei più blasonati maneggi della Capitale, alla Farnesina. Poi in giro, sui set originali: il Castello di Schoebrunn a Vienna, quelli di Miramare a Trieste e di Fertoed in Ungheria. E il paragone con Romy? «Quei film li ho sempre amati, ma capivo che davano una lettura fiabesca della storia. La vera Sissi ha sofferto molto, per tutta la vita ha sopportato la competizione con la Granduchessa Sofia, e le regole rigide della corte erano per lei un giogo. Ho letto tanto per affrontare il ruolo di un personaggio che subisce in nome della ragion di Stato. Per questo la mia Sissi è così tormentata». Si è già goduta il successo a Vienna e a Berlino, ora aspetta il giudizio in Italia. La rivedremo tra pizzi e trinoline, come in «Orgoglio». Accanto a un supercast: David Rott, lo Scarmarcio tedesco, è il marito imperatore Franz Joseph; Licia Maglietta, la madre; Martina Gedek (protagonista delle «Vite degli altri») la terribile Arciduchessa Sophia. Cristiana nei suoi confronti, chiosano ancora i critici tedeschi, «è un modello di diplomazia».  

Dai blog