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Adieu Carlà, rimani a Parigi

Carla Bruni

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Adieu Carlà. L'avevamo presagito, e puntualmente è accaduto: siamo all'incidente diplomatico. Dopo le vecchie incomprensioni tra Berlusconi e Chirac sulla guerra del Golfo, la sfida Enel-Gaz de France per Suez, la testata di Zidane a Materazzi e gli attacchi di Delanoe ad Alemanno per i «saluti fascisti», chi ha fatto calare il nuovo gelo fra Italia e Francia? Simone Cristicchi. La première dame, indispettita dai versi che il cantautore romano le ha dedicato nel suo tormentone festivaliero, diserterà Sanremo. All'Ariston l'altezzosa imperatrice del birignao avrebbe dovuto esibirsi in un duetto da superospite - peraltro mai ufficialmente confermato prima - con Gino Paoli. Il paradosso è che Cristicchi cita la madame («Meno male che c'è Carla Bruni/Siamo fatti così sarko-no sarko-sì/Che bella Carla Bruni/ Se si parla di te il problema non c'è») in un brano che mette all'indice i mali dell'Italia, mica quelli dei cugini. Visto come si sono messe le cose, ne faremo un altro eroe nazionale, un Garibaldi a Mentana, e la sua giocosa provocazione a circuito interno finirà vanificata. Il problema resta la Signora. Secondo Giletti, che ieri su Raiuno ne ha anticipato la defezione, tutto nasce dal veto dell'Eliseo, indispettito dagli sberleffi pop-dance. E come se ne esce? Con un atto di contrizione? Richiamiamo l'ambasciatore? Ordiniamo l'inversione di rotta della portaerei Cavour da Haiti per farla incrociare minacciosamente nelle stesse acque della Clemenceau? Sarà il caso di smettere di far sentire così importante l'algida Bruni per le nostre vicende patrie. È una che emigrò a Parigi da bambina, perché in famiglia si temeva un rapimento da parte delle Brigate Rosse: una volta cresciuta, eccola intercedere con il governo francese per non far estradare la terrorista Petrella e quello brasiliano per non far rimpatriare Battisti. Una che si era sentita talmente toccata dalla battuta del Cavaliere su Obama abbronzato da dichiarare a David Letterman che si «vergognava di essere italiana»: uscito il suo nuovo disco, andò da Fazio per precisare che lei manteneva la doppia cittadinanza. Una che al G8 de L'Aquila mise in difficoltà il cerimoniale per le sue pretese di non voler mischiarsi troppo con le altre first ladies, in quel cratere di dolore e rovine. Una che si autodefinisce "un'ignorante di sinistra", ma che poi si sposa - benissimo - a destra. Una che non ha imparato granché - artisticamente parlando - dai suoi ex amanti Eric Clapton e Mick Jagger: e canta come un rubinetto che perde nel cuore della notte. Meglio Fiorello. Sperando che la sua imitazione non faccia tuonare i cannoni a Mentone, parbleu.

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