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Sanremo, giovani e raccomandati

Jessica Brando, la più giovane dei finalisti di Sanremo

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Non è più il tempo dei Nicola Di Bari o dei Peppino Gagliardi. Il restyling sanremese prevede per le aspiranti star non solo una buona tenuta vocale, ma sopratutto bella presenza, come negli annunci matrimoniali. Un look spendibile nei video, sulle copertine dei giornaletti adolescenziali: insomma una faccia televisiva, che induca i ragazzini a farsi venire la sindrome carpale a furia di mandare sms per il televoto. Perché, inutile nasconderlo, i discografici cercheranno l'eventuale prossima gallina dalle uova d'oro tra i magnifici dieci usciti dalla libera selezione su internet di 998 partecipanti: canzoni già tutte pubblicate sul sito, caduto il frusto tabù dell'inedito fino al giorno dell'esecuzione al Festival. Dieci nomi, dunque, due in più dei previsti. Segno che per trovare i finalisti di Sanremo Nuova Generazione, che saliranno sul palco insieme ai cosidetti "Artisti" (i "campioni", insomma), il team degli esperti dell'Academy ha dovuto fare una fatica da Sisifo. C'erano da valutare i "contatti" e il "gradimento" degli ascoltatori su ogni singolo brano, e naturalmente il peso "politico" dei padrini e degli sponsor. Alla vigilia, si temeva un'infornata di raccomandati: poi è finita trombata la figlia di Al Bano, Cristel, e quello di Pierangelo Bertoli, Alberto. Esclusi anche l'autore di Giusy Ferreri, Roberto Casalino, e un pattuglione di fuoriusciti dai talent show tv: Vittoria Hyde, Viola Selise, Daniele Magro, Silvia Olari, Corinne Marchini, Manola Moslehi. Fuori anche nomi già noti come Riccardo Maffoni, Andrea Febo, Ariel, il talentuoso Piji e quella Momo che al dopofestival chiambrettiano di tre anni fa aveva sbancato con la stralunata "Fondanela". Adesso che aveva pronta una bella canzone, l'hanno bocciata. Poi le eliminazioni dei pezzi scomodi: niente da fare per Stefano Scandaletti e la sua "Ballerina" che si concede per far carriera al produttore; addirittura esclusi per regolamento gli Analisilogica: in "Ma c'era il sole" raccontavano la storia di un bambino mutilato in una guerra provocata da "uomini bianchi". L'organizzazione si è appellata al divieto di discriminazioni razziali nei testi, e la band ha gridato alla censura politica. Lorenzo Zappa aveva presentato un pezzo sulla morte assistita, via anche lui. E forse non è un male: con quel cattivo maestro di Povia si rischia di fare del Festival una gara di opportunismo sul dolore. Però i prescelti non sono malaccio: due erano emersi da Sanremo Lab: Romeus (canzone scritta con Tricarico) e il geniale romano Jacopo Ratini , una via di mezzo tra Rino Gaetano e Daniele Silvestri. Gli altri sono: Tony Maiello (faccia da schiaffi, reduce da X Factor 1, inevitabilmente prodotto da Maria Maionchi); la prorompente R&B singer Nina Zilli (dietro di lei Giuliano Palma e il regista Ozpetek); il languido Nicolas Bonazzi (per lui la mano musicale del Maestro Celso Valli); la quindicenne portentosa Jessica Brando, voce soul e rock già ascoltata in tv da Bonolis e Chiambretti; i Broken Heart College (confezionati per essere i prossimi idoli delle teenager, sulla falsariga dei Sonohra); Mattia De Luca, un piccolo Bublè con esperienze americane; i rocker leggeri La fame di Camilla, guidati da un cantante albanese, e Luca Marino, già pronto per l'avventura discografica. Quanto ai partner della Clerici, dopo Bonolis-Laurenti, De Sica e Costanzo, si preme per il solito Greggio o Valentino Rossi. Fiorello, in odore di ritorno in Rai, potrebbe concedersi per un collegamento dal Palalottomatica, ma nulla di più. Ospiti? La serata-leggenda con gli italiani è in alto mare, e le trattative sembrano appena meno complicate di quelle sul Medio Oriente. Siccome il sogno proibito resta Vasco, gli altri se la tirano per non fare la figura dei comprimari. Stranieri: quasi fatta per la regina del sexy-pop Lady GaGa, l'imperatrice del burlesque Dita Von Teese e la bruttina stagionata Susan Boyle. Ce n'è per tutti i gusti, letteralmente.  

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