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Addio Beniamino Placido Censore buono della tv

Beniamino Placido

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«Beniamino Placido era l'orgoglio della nostra famiglia»: così ricorda il critico televisivo Michele Placido, suo cugino. Beniamino Placido, giornalista, critico letterario e televisivo è scomparso a Cambridge all'età di 81 anni. Maestro di costume, osservatore inflessibile, ma anche clemente e buono, era nato a Rionero in Vulture nel 1929 ed era malato da tempo. Era un «intellettuale del sud», lo definiva Michele, uno di quelli che pur partendo da un'estrazione contadina «ce l'aveva fatta», diventando famoso come rivoluzionario critico tv, giornalista della Repubblica, ma anche per i suoi approfonditi studi di letteratura angloamericana (di cui aveva la cattedra a La Sapienza di Roma). Arrivò nella Capitale con la carica di consigliere parlamentare della Camera dei Deputati, ma si fece conoscere dal grande pubblico per la sua capacità unica di fare critiche tv originali e colte. Critiche che divennero anche libri: «Tre divertimenti», «Variazioni sul tema dei Promessi Sposi, di Pinocchio, e di Orazio» (1990) e «La televisione col cagnolino», del 1993. Michele Placido (suo padre e il nonno di Beniamino erano fratelli) lo ricorda con commozione, affetto e rispetto. E racconta un'aneddoto che la dice lunga sul suo acume: «Beniamino quando seppe che ero diventato poliziotto a Roma si mise a ridere (il regista era nella celere romana negli anni Settanta). Non aveva mai creduto che io fossi adatto a quel mestiere e diceva allora a mia madre: vedrai che a Michele lo ritroveremo prima o poi sul palcoscenico».

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