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Dalla e De Gregori, dopo il palco c'è il sogno tv

Francesco De Gregori e Lucio Dalla

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Il sole si tuffava languido dietro lo stadio Flaminio. Il giovane Walter Veltroni pensò: «Ho avuto una buona idea». Il concerto organizzato dalla sua Fgci si stava rivelando un trionfo, e non c'era stato neppure bisogno di pregarli più di tanto. Eccoli lì, il «principe» Francesco, a far girare accordi e poesia, e Lucio il clarinettista ostinato. «Banana Republic», uno slogan più che il nome di un tour, e tutti a chiedersi come fanno i marinai. Era l'8 luglio 1978. Accadeva due o tre Italie fa, al tempo dei long-playing, dei frisbee sulle spiagge, delle P38 in mano agli estremisti. I nostri due eroi sono ancora lì, con i solchi delle rughe al posto di quelle del vinile, ma di nuovo disposti a vedere l'effetto che fa, ad arrangiarsi un po', tra strumenti ribaldi e pensieri canuti. «Vorrei ricantare con De Gregori», ci aveva confidato Dalla un paio di mesi fa. Era chiaro che nell'aria vi fosse qualcosa di più delle sporadiche rimpatriate del 2009: quella del 24 giugno a Solferino, dove per commemorare la battaglia risorgimentale i due avevano intonato insieme "Santa Lucia", o quella autunnale, tre canzoni in duetto al Festival di Benevento. La riunione vera e propria avverrà il 22 gennaio a Nonantola, nel Modenese, terra fertile per il cantautorato italiano. Un concerto intero, con i biglietti già in vendita, e il nome appropriato di «Work in progress». Perché quello che avverrà dopo non lo sanno bene neanche loro. Certo, Lucio ha l'agenda affollata di impegni: il programma tv che parte su Skyuno il 16 di questo mese, intitolato «Angolo di cielo», più o meno come il nuovo cd; e un appuntamento a Los Angeles per le musiche di "Pain", il film diretto da Mickey Rourke. Ma a 32 anni dalla storica tournée dei due assi del pop tricolore, i tempi sono maturi per scambiarsi di nuovo le partiture. Niente più "Banana Republic", vietato l'effetto nostalgia - si affrettano a precisare - ma idee originali tra classici rivisitati, magari un successo da firmare a quattro mani. Se. Perché di mezzo c'è un "se" formato gigante. Per quanto paradossale possa sembrare, i due non sono affatto certi di incontrare ancora il favore del pubblico: temono il flop, e solo la prova generale di Nonantola potrà rassicurarli, e spingerli verso un più ampio ventaglio di concerti, tra primavera ed estate. L'idea matta, anche se nessuno si azzarda a confermarla, è convincerli ad affrontare il test televisivo. C'è infatti da pensare ad altre puntate di "Due", lo show-evento che con Tiziano Ferro e Laura Pausini ha fatto salire vertiginosamente l'audience di Raidue. Inventare coppie estemporanee di big non è impresa semplice: pare definitivamente sfumata l'ipotesi Eros Ramazzotti-Pino Daniele, e lunare sembra la sfida tra gli eterni rivali Vasco-Ligabue. Gianmarco Mazzi, che cura la direzione artistica del programma, deve preoccuparsi di non sovraesporre i campioni italiani che andranno ospiti a Sanremo, nella serata delle leggende: come Elisa o quel Baglioni in avanzate trattative per la presenza d'onore al Festival. Giorgia è out per via della maternità: per "Due" si può sondare il terreno con Zero, Venditti, Mannoia, Nannini, lo stesso Jovanotti, in ordine sparso.   Ma il colpo del secolo sarebbe proprio Dalla-De Gregori: del resto, i vecchi amici hanno ricominciato a frequentare con assiduità il piccolo schermo, tra "X Factor", Fazio e Morandi, complice la crisi endemica della discografia. Per l'esperimento live si sono affidati al management Friends & Partners di Ferdinando Salzano, l'organizzatore che ruota attorno al cast di "Due". Indizi, nulla di più: la controindicazione è il timore di "bruciare" la curiosità in vista dell'eventuale tournée. Magari Lucio e Francesco ce lo diranno davvero davanti alle telecamere, se hanno finalmente capito come fanno i marinai.  

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