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Renzo Martinelli regista di «Barbarossa», una coproduzione importante...? Sì, è costato 12 milioni di euro; è stato girato tra Bucarest, Albaulia e Unedoara, in Romania, per motivi economici e logistici.

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Èil sogno di Federico Barbarossa, creare un impero universale con il controllo politico dei comuni italiani del Nord e sul Regno di Sicilia. Sono veramente soddisfatto. Regista ed attore, più regista o più attore? Sono regista e produttore e di tanto in tanto qualche cammeo. Un cammino lungo e difficile per arrivare al lungometraggio? Sì, vado fiero del mio percorso professionale. Ho fatto tante cose prima dei lungometraggi. Ho girato e prodotto tanti videoclip, tanti spot pubblicitari. Finalmente sono arrivato al lungometraggio per raccontare delle storie, momenti storici che hanno sempre incuriosito me e tanti appassionati. Una famiglia la sua... Tradizionale, unita, ho vissuto con grandi valori. Una famiglia di origine brianzola. Delle sue esperienze giovanili cosa ricorda? La mia infanzia è stata un po' quella di un giovanissimo indisciplinato, sempre vivace intellettualmente. Suor Giulietta, una suora tremendissima, è sempre nei miei ricordi. Comunque un'infanzia serena. Figlio di un falegname, suo padre cosa le ha lasciato in eredità? I valori, l'onestà intellettuale, la semplicità, il coraggio e la coerenza. Favorevole al matrimonio? Sì, ed è proprio per questo che mi son sposato due volte. Il matrimonio è davvero un qualcosa che ti dà sempre la spinta per tutto quello che c'è da fare nella vita. E i figli, poi, sono davvero tesori. Tre figlie, le manca un maschio? Sì, comunque le mie figlie sono, oltre che ragazze stupende, ragazze con i valori che ho sempre condiviso nella mia famiglia. Prossimo progetto cinematografico? Sarà sicuramente un'altra storia storica. La storia mi appassiona da sempre e sarà così per sempre. E il cinema? Il cinema deve regalare emozioni, raccontare, deve trasmettere anche valori. Il cinema è parte della mia vita, non è tutta la mia vita.

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