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Luis Bacalov riscrive la Norma di Bellini

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LorenzoTozzi Concerto straordinario stasera (ore 20 in Sala S. Cecilia) al Parco della Musica per festeggiare i 140 anni di vita dell'Ospedale pediatrico Bambin Gesù, cui va l'incasso della serata. Di scena l'Orchestra Sinfonica dell'Europa Unita, spesso protagonista di eventi musicali e oggetto di gratificanti riconoscimenti da parte del Papa e della Presidenza della Repubblica italiana per il ruolo svolto nella valorizzazione della tradizione musicale. Direttore d'eccezione ne sarà stasera l'argentino Luis Bacalov, che propone tra l'altro la Sinfonia della Gazza ladra rossiniana, una suite dal Pulcinella strawinskiano e la Sinfonia delle Nozze di Figaro mozartiane. Al pianoforte la pianista Rossana Tomassi Golkar, direttrice artistica dell'Orchestra, romana per nascita e formazione musicale. La chicca della serata è però rappresentata da una partitura nuova di zecca di Bacalov, che presenta in prima mondiale una sua libera fantasia con variazioni per pianoforte e orchestra dalla Norma di Bellini. L'idea della composizione nasce in Bacalov dal ritrovamento di una Fantasia sulla Norma pubblicata nel 1911 da un certo Gaston de la Villette, un «lavoro decisamente poco omogeneo – racconta il musicista argentino - assai spregiudicato e tuttavia non privo di mestiere». Bacalov ha così rivisitato la partitura dello sconosciuto autore francese, aggiungendo un pezzo di sua libera creazione. «Il brano che ho aggiunto – racconta – è stato scritto pensando alla scena del rogo. Mi chiedo se questo lavoro non possa essere percepito come una metafora sulla contemporaneità». Svela la genesi del lavoro anche la committente, la pianista Rossana Tomassi Golkar: «L'idea di pensare, scrivere, provare a mettere in scena la Libera fantasia e variazioni della Norma belliniana nasce indubbiamente da un azzardo artistico, una sfida intrigante quanto complessa: far rivivere per la prima volta Norma esclusivamente attraverso le emozioni dei suoni e non grazie alle arti recitative. Toccare e far vibrare le corde dell'anima attraverso le note del pianoforte e non con la voce. Impresa ardua e ambiziosa, tanto più per un'opera come Norma che vive degli aspetti recitativi, resa celebre nell'immaginario collettivo dalla bellezza e dalla difficoltà dell'interpretazione vocale di Casta Diva. Attraverso uno studio profondo dell'opera stessa sentivo che si sarebbe potuto ottenere il massimo del risultato artistico realizzandone un pezzo per pianoforte e orchestra, dove i virtuosismi vocali lasciano il posto a quelli pianistici, pur restando fedeli al melodramma».

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