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Donatella Maiorca, «Viola di mare» è la sua ultima regia, il suo ultimo film: un successo.

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Angelaè figlia di un uomo difficile (Salvatore), che non riesce ad avere un dialogo con la figlia. In famiglia inoltre si desiderava un figlio maschio, per il proseguimento dell'attività del papà. Angela è nata femmina ed ama la persona sbagliata, cioè un'altra donna. Una storia a tratti commovente a tratti difficile. È la storia non di un amore saffico ma la storia di un amore forte, anomalo». L'amore ha tutte le giustificazioni? «Assolutamente sì. L'amore può cambiare la vita alle persone. Per amore si deve essere disposti a sconvolgere se stessi. E questo vale ieri come oggi, come domani». Una storia d'amore realmente esistita... «Sì, una storia d'amore realmente accaduta, tratta da un bel libro, una storia senza sentimentalismi. Donne che parlano di donne con altre donne. Quasi a dispetto degli uomini, che a volte non vogliono capire o fanno finta di non capire. Il film è stato tratto dal romanzo "Minchia di re" del giornalista e scrittore Giacomo Pilati». È siciliana e si sente siciliana? «Sì. Sono siciliana di Messina. E mi sento siciliana. A diciannove anni ho lasciato la mia terra per inseguire i miei sogni. Volevo fare quel che ho fatto. Una gavetta complicata». Come? «La volontaria in una produzione, poi un incontro con Monicelli. E poi il mondo del cinema. Ho sempre lavorato con tanta semplicità». E la sua infanzia? «Una bambina complessa. Ho sofferto per la mancanza di mio padre e di mia sorella. Una vita affettiva in un clima di dolore». Nonostante ciò una donna forte? «Il calore del sud l'ho dentro di me e mi fa a volte diventare forte». Perché non si è mai sposata? «Non lo so. Comunque sono una mamma felice mia figlia Martina ha venticinque anni. Io e lei viviamo a Roma».

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