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Voglia morbosa di Munch

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«Èun'opera impossibile da mettere sul mercato»: questo il parere degli esperti dopo il furto, l'altra sera, della litografia «Historien», disegnata da Edvard Munch e colorata personalmente dall'artista, particolarità che la rende un pezzo unico di grande valore. «Historien» è stata trafugata con un'azione in stile militare da una famosa galleria d'arte nel centro di Oslo. La banda è arrivata sul posto e ha sfondato la vetrina, qualcuno si è introdotto all'interno e, ignorando centinaia di altre opere sparse dovunque, si è impossessato del quadro che misura 57 cm per 98. Null'altro è stato toccato. Il gruppo si è allontanato poi su un furgone bianco, che è stato successivamente abbandonato. Gente precisa e svelta, che ha agito per impossessarsi di quell'unico pezzo, impossibile da commerciare. Un furto che è un vero rompicapo, soprattutto perché le opere di Edvard Munch, artista dell'angoscia, della paura, della disperazione, famoso in proposito l'autoritratto con il braccio scheletrito, sembrano ormai «abbonate» a furti misteriosi. Nell'agosto 2004 il suo capolavoro più conosciuto: «L'Urlo», un'icona del XX secolo, fu rubato assieme al discusso «La Madonna», da un «commando». Due uomini armati e con passamontagna fecero irruzione al Museo Munch di Oslo. Si impossessarono manu militari dei dipinti, valutati, complessivamente, settanta milioni di euro e più. Comunque anche quelli impossibili da commerciare. Gli investigatori fecero molto bene il loro lavoro: i quadri furono ritrovati, malridotti, due anni dopo, nel 2006. Ma nessuno capì mai il perché del furto, come di quello di un'altra versione dell'«Urlo» (in tutto Munch ne dipinse quattro) che fu clamorosamente sottratto dalla Galleria Nazionale di Oslo nel febbraio del '94, durante la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Lillehammer. L'opera fu recuperata tre mesi dopo. Forse il perché di questi furti va ricercato proprio nella natura del lavoro di Munch, nato nel 1863 e scomparso nel 1944 dopo aver dipinto un centinaio di quadri. Ufficialmente Munch è un espressionista, ma la sua opera, che indaga sui sentimenti più bui dell'animo umano, sfugge a definizioni precise. «Ci sono artisti, e Munch è fra questi, che hanno un forte impatto sull'immaginario collettivo», spiega la storica dell'arte e soprintendente della Galleria Nazionale di Roma Maria Vittoria Marini Clarelli, ipotizzando la possibilità che chi commissiona il furto possa essere attratto anche dalla notorietà del gesto stesso. Per l'esperta la cosa più probabile è che la litografia di Munch portata via dalla galleria di Oslo vada a far parte «di un circuito completamente clandestino», un furto commissionato da un collezionista che la terrà solo per se, in cassaforte o in una residenza privata.

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