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Catania e il suo teatro, che vanto

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Guardatelo,qui accanto. È uno dei posti di cui il Bel Paese dev'essere fiero. Un pezzo di arte, storia, musica che merita di vedere più spesso accesi i riflettori su di sé. Di essere pubblicizzato, rilanciato, visitato dagli stranieri, ma anche e soprattutto da noi italiani, propensi a macinare chilometri e viaggi aerei per immortalare scorci esotici, ma indifferenti a quanto ci sta a portata di mano. Parlo del «Massimo Bellini» di Catania. Il teatro lirico della città etnea, bella e decadente, un po' come Napoli. Proprio ieri è stato presentato il cartellone della stagione lirica di questa sala che Beniamino Gigli definì, per acustica, la migliore al mondo. E che è incastonata in un contenitore stupefacente, progettato dal milanese Carlo Sada, inaugurato nel 1890, ovviamente con un'opera del catanese Vincenzo Bellini, «Norma». All'esterno la facciata è sfondo scenografico alla piazza-salotto: con le grandi finestre illuminate del piano superiore, con le due «fughe» porticate laterali. Dentro, l'oro dei palchi, il soffitto affrescato, il proscenio maestoso. E un foyer meglio di un salone delle feste da re, tutto specchi, velluti e cristalli. Che cosa si sente, al Massimo Bellini, forte di un'Orchestra e un Coro di grande rigore? «Orfeo e Euridice» di Gluck concluderà la stagione 2009. Il 2010 si inaugura il 16 gennaio con «Faust» di Gounod. A febbraio «Elektra» di Strauss, con Janice Baird nel ruolo principale. Ad aprile Eleonora Abbagnato protagonista di «Romeo e Giulietta» di Prokofiev, con allestimento e corpo di Ballo del Teatro Massimo di Palermo, a segnare finalmente l'avvio di una collaborazione tra i due maggiori palcoscenici siciliani. Chiude come d'obbligo, a dicembre, Bellini. Ma un Bellini poco frequentato, quello di «Beatrice di Tenda», che porterà sul palco Mariella Devia. Tra musica e scenario, c'è di che bearsi.

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