Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Specialisti dell'omicidio che agirono senza un perché

Riccardo Scamarcio in una scena del film

  • a
  • a
  • a

La Prima Linea, di Renato De Maria, con Riccardo Scamarcio, Giovanna Mezzogiorno, Italia - Belgio 2009. Il film «La Prima Linea» inizia con un'immagine rassicurante: Sergio Segio, il mostro, dietro le sbarre. Lui, il fondatore di uno spietato gruppo terroristico di sinistra, mandante ed esecutore di ferimenti e omicidi, nonché di un intero codice di altri reati, appare schiacciato dalla colpa di azioni che lui stesso guarda con orrore. «Pensavamo di essere all'alba di una nuova era - dice con voce bassa - E invece eravamo al tramonto».   Il regista Renato De Maria, che nel 2002 realizzò il gustosissimo (e sinistrissimo) «Paz!» ha scelto caparbiamente di raccontare questa storia vera, sugli Anni di Piombo, tratta, molto liberamente, dal libro «Miccia corta» appunto di Sergio Segio. Per la parte del terrorista e della sua compagna ha scelto Scamarcio e la Mezzogiorno che fanno il loro dovere. «La Prima Linea» è una storia cruda e ben raccontata che mostra con realismo il crepuscolo del terrorismo italiano: feroce, sciatto, assetato di sangue e senza reali motivazioni e obiettivi. Ma micidiale. La macchina da presa manovrata da De Maria non perdona nulla e non nasconde nulla: mostra le cose per quello che sono state: il delirio di un gruppo di specialisti dell'omicidio. Ogni assassinio è guardato da vicino, senza romanticismo. Il magistrato preso di punta dai terroristi è un uomo capace e giusto e anche un padre affettuoso. Segio e un altro gli svuotano addosso due caricatori di pistola proprio per questo: perché è capace, giusto e prima o poi li beccherà tutti. Un complice, giovanissimo, che «canta» con i carabinieri viene giustiziato in mezzo alla strada. E poi la voce narrante di Segio ammette che quello fu un omicidio feroce ed inutile. Forse anche per queste il film è stato sconfessato dall'autore del libro, nella prefazione del volume stesso che esce ora fresco di stampa in una nuova edizione a 15 euro. Non è possibile fare un film su gente assassinata pochi anni fa senza che ne nascano delle polemiche. Il film è complesso, interessante, profondo e ben recitato, comunque. Ma questo sembra non interessare a nessuno. E forse è giusto così.  

Dai blog