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Colombo? Per alcuni era meglio se restava a casa

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Nonpiace al Wall Street Journal che scrive: la festa è sempre meno sentita negli Stati Uniti, ha davanti a sé un triste futuro, quello dell'irrilevanza e dell'oblio e dovrà attraversare mari più perigliosi di quelli che solcarono la Nina, la Pinta e la Santa Maria. E non piace nemmeno agli amministratori della città di Cristoforo Colombo, appunto Columbus, nell'Ohio, dove le autorità comunali hanno deciso forti tagli alle celebrazioni: parata, coccarde, fuochi d'artificio. Uno degli organizzatori ha svelato: «Al municipio ci hanno trattato come se fossimo del Ku Kux Klan». Ed è andata meglio che a Philadelphia, dove la sfilata è stata cancellata. Mentre l'Università di Brown ha deciso di rinominare la festa «weekend d'autunno», cancellando qualsiasi riferimento al navigatore italiano e venendo incontro a una campagna organizzata da alcuni indiani nativi che nella data della scoperta vedono piuttosto l'iniziano della loro espropriazione. E sì, perché c'è qualcuno che considera la scoperta dell'America il primo passo verso lo sterminio delle popolazioni locali. Insomma, c'è chi pensa che se Cristoforo Colombo se ne restava a casa tutto sarebbe andato meglio. La Giornata di Colombo in Italia, invece, trova nuovi appassionati: l'anniversario della scoperta dell'America, sarà celebrato oggi per la prima volta nella Capitale con una manifestazione in piazza Ankara, curata dal consigliere Pdl del Comune di Roma Federico Rocca e la benedizione del sindaco Alemanno. Ospiti d'onore saranno i sudamericani che vivono a Roma. E nessuno pensa che era meglio se se ne stavano a casa loro.A. A.

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