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"Io innamorato di una dark lady"

Filippo Timi

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Dopo i successi raccolti alla Mostra di Venezia, esce venerdì nei cinema il noir «La doppia ora», distribuito da Medusa e prodotto da Indigo. Ad interpretarlo Ksenia Rappoport (vincitrice della Coppa Volpi) e Filippo Timi (che ha ricevuto il Premio Pasinetti dal Sindacato nazionale dei giornalisti - Sngci). Il regista è invece l'esordiente Giuseppe Capotondi, che ha diviso la critica nazionale e appassionato quella anglosassone, tanto che il film, dove la doppia ora del quadrante dell'orologio segna le 10.10, è stato richiesto in Usa per un remake. Tutta la storia nasce in uno speed date (erotico appuntamento al buio) tra Sonia, misteriosa ragazza di Lubiana che fa la cameriera in un hotel, e Guido, ex poliziotto che muore (ma solo apparentemente) in una rapina all'interno di una lussuosa villa torinese. Timi, dopo personaggi cupi come quelli che ha interpretato in «Vincere» e in «Come Dio Comanda», stavolta fa un ruolo più sfumato, perché questa scelta? «Il film ha alle spalle una sceneggiatura di ferro che mi ha subito conquistato. Il mestiere dell'attore è interpretare tanti personaggi differenti, ma alla fine sono sempre io che muto esprimendo caratteri diversi. Il ruolo di Guido, stavolta, è molto più sfumato, non appare mai lo stesso. Un po' come tutto il film, che è tante cose insieme, non è solo un horror, o un thriller, o una storia sentimentale, ma è questo e altro ancora». Come è stato lavorare accanto alla Rappoport? «All'inizio come un combattimento, tra il fidarsi e il non fidarsi. Ma, alla fine, ci ha accomunato l'amore per la recitazione e il teatro. Lei è bravissima, bella, intensa e professionale, una donna da sposare». Ci vuole una dark lady per far innamorare un uomo, proprio come accade nel film? «Spero di no. Anche se, a volte, donne così fanno bene nella vita di un ragazzo. A me ha dato tanta felicità interpretare un uomo buono e innamorato di una donna che finalmente gli fa le scarpe. I protagonisti si guardano, si studiano e si aprono in mille sfaccettature, in una sorta di piani paralleli, attraverso amore, passione e mistero». Nella storia i personaggi interpretati da lei e Rappoport si conoscono in uno speed date, una realtà che conosceva? «Non molto. Però credo sia una cosa sana conoscersi e amarsi subito carnalmente. L'amore ha mille facce: lo si può incontrare in treno, in un caffé o ad un funerale: perché no in un appuntamento al buio?». Ora andrà in Abruzzo sul set di «The American» con George Clooney? «Sì. Ma non posso dire nulla di più, nemmeno la data di inizio delle riprese, se la dicessi verrebbe subito mia zia sul set».

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