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Le stelle del festival Uto Ughi

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LorenzoTozzi Giunge alla undicesima edizione il festival Uto Ughi per Roma, undici concerti gratuiti con il benemerito intento di avvicinare i giovani alla grande musica. Il grande violinista sarà in prima linea in ben quattro concerti tra cui quello inaugurale (21 settembre all'Auditorio della Conciliazione) e quello di chiusura con programma a sorpresa (7 ottobre nel medesimo sito) oltre a quello del 26 a scopo benefico a S. Sabina all'Aventino. Accanto a lui saranno il direttore Bruno Aprea (25 settembre a S. Sabina e il 27 a Colleferro) con un'orchestra giovane, i pianisti Cominati e Gelber (il 28 e 30 settembre al Teatro Olimpico), il chitarrista Goran Listes (il 23 settembre al Conservatorio S. Cecilia) e il violoncellista Ormezowsky (3 ottobre a S. Cecilia). A trarre bilanci è l'instancabile maestro Ughi: «I risultati non sono immediati. Ci vuole perseveranza. Il linguaggio musicale è veicolo di pace e fratellanza. Baremboim ha creato un'orchestra di israeliani e palestinesi, che non si parlavano da una vita. Suonando insieme cercavano un comune ideale di bellezza. L'orchestra è un embrione di società: ognuno deve ascoltare le ragioni degli altri. Bisogna creare posti di lavoro per i giovani diplomati: ho proposto al ministro Gelmini un'orchestra di giovani che vada nelle scuole anche di provincia a diffondere la musica classica». Loda la rassegna anche Gianni Letta: «Questa iniziativa è la manifestazione musicale italiana più aperta ai giovani. C'è un grande desiderio di cultura musicale. Alla Bocconi oggi si parla del significato della musica, del rapporto tra cervello e note musicali. Il significato di questa rassegna attiene al miglioramento spirituale e culturale del nostro Paese».

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