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Il cammino delle liberalizzazioni e il cittadino consumatore

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PaoloMessa L'Italia è un Paese che ha imparato a rimuovere facilmente e rapidamente la memoria del proprio passato più recente. L'esperienza dell'ultimo governo Prodi (2006-2008) ha in particolare rappresentato una sorta di «trauma» per la sinistra italiana. Nessuno ha sino ad ora tentato una seria ed equilibrata ricostruzione di quel biennio difficile. Il libro di Antonio Lirosi ed Enrico Cinotti, «L'assedio» (Aliberti editore) consente però di fare luce su una delle tappe più significative di quel governo: le liberalizzazioni. Il saggio, scritto da uno dei più stretti collaboratori di Bersani (allora ministro per lo sviluppo economico) e da un giornalista del «Salvagente» (settimanale cult dei consumatori), ricostruisce con particolari inediti il processo di formazione ed elaborazione delle «lenzuolate», di quei provvedimenti cioè che avevano alimentato grande speranza nella platea liberale degli italiani e fatto venire l'orticaria a tanti segmenti professionali ed industriali del Paese. Doveva essere una rivoluzione, la sconfitta delle rendite di posizioni, l'inaugurazione di una sinistra liberale. Delle disposizioni volute coraggiosamente da Bersani una parte è realtà, altra parte è stata accantonata per resistenza delle lobbies e delle mille anime che agitavano l'Unione. L'assedio è un libro quindi che invita a riconsiderare quanto di buono muoveva Prodi e almeno una parte del suo governo e della sua maggioranza ma che consente di ribadire un giudizio strutturalmente negativo su una coalizione arcobaleno che comprendeva troppi partiti e troppi egoismi (interessanti, da questo punto di vista, le testimonianze di Lirosi su ministri dell'epoca come Francesco Rutelli). Il pamphlet è evidentemente la storia della difficoltà, tipica della politica italiana e non solo, a determinare cambiamenti e riforme. Nelle pagine di Lirosi e Cinotti si legge di Bersani ma si potrebbe, allo stesso modo, leggere della riforma sanitaria di Obama o di quelle della P.A. volute dall'attuale ministro Brunetta. Il blitz della primo decreto Bersani-Visco era la scelta giusta o era meglio provare a concertare con le parti coinvolte? Gli autori suggeriscono «lenzuolate dal basso» ma intanto rivendicano anche il merito della loro azione «dall'alto». Francamente, l'impressione è che un buon decisionismo dei leader (con una maggioranza che non sia troppo frammentata) può funzionare. L'assedio continua. A chi ci governa l'onere di sconfiggere i conservatori delle rendite di posizione.

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