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La gaffe l'ha fatta la tv

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Un'ultima gaffe: Mike non poteva congedarsi senza. Ma stavolta, come in un malinconico contrappasso, ne è stato vittima, non protagonista. La Televisione, quell'insidiosa scatola dove il suo simulacro incorporeo aveva vissuto per più di mezzo secolo, non ha saputo rispondere con tempismo al quiz "Ma è morto davvero?". Ci sono voluti dieci, quindici lunghissimi minuti prima che la notizia (battuta in un flash dall'AdnKronos alle 13.51) venisse raccontata agli italiani alle prese con il pranzo. Il Tg1 e il Tg4 hanno lasciato terminare le loro edizioni offrendo servizi su Clooney e la Canalis a Venezia, o sull'estate che declina. Al telegiornalone di Viale Mazzini, forse memori di qualche infortunio del recente passato (come quando un'altra agenzia fece credere che era esploso lo Shuttle in volo), hanno atteso la conferma dell'Ansa. E anche lì. La scomparsa di Bongiorno è finita nel "supplemento economia", mandata in onda con deprimente asciuttezza, una frase, un rigo appena, tra l'analisi della recessione e un commento su Moody's. Su Retequattro niente news, la sigla di chiusura era già andata, toccava a Rita Dalla Chiesa, in apertura di "Forum", l'onere del primo applauso commosso alla memoria. Poi via alle telepromozioni, come un omaggio criptato, subliminale. Ma il peggio - se di peggio, di fronte a un decesso, si può parlare - doveva ancora arrivare. Nessuno, tra i responsabili della programmazione pubblicitaria dei network nazionali, si muoveva per concordare al volo l'immediata cancellazione del nuovissimo spot di quel marchio che offre servizi telefonici e linee veloci internet. Così, intorno alle due e mezzo, ecco la gag. Una scritta in video: "Perché non c'è Mike Bongiorno?", poi compare Fiorello che nel suo fervorino comico-promozionale spiega che l'assenza dell'amico, quello con cui ha proposto esilaranti sketch vestiti da barboni, deejay e quant'altro, «è voluta dall'azienda». Finché non arriva il vecchio presentatore, che lo guarda muto, di profilo, già fantasma, e l'effetto adesso è raggelante. Fiore chiude dicendo: «Ti sei arrabbiato?», e non è una battuta comunque irresistibile, non è necessario spingere sul pedale retorico dell'«inquietante coincidenza» o della «premonizione». Bastava decidere subito (non dopo ore), come quando Mike interrogava il concorrente e l'orologio ticchettava incalzante, lì non puoi permetterti imbarazzi o amnesie. Al Tg3 andava intanto in onda l'edizione regionale, e ormai se ne parlava, però Mike non è morto a Roma, bensì a Montecarlo, città di altri azzardi. Di paradossale c'è stato questo, nella triste notizia su Bongiorno. Prima del profluvio di commemorazioni catodiche, la Televisione (intesa come sistema comunicativo, ma anche emozionale) ha reagito sbadatamente. E non che Rai e Mediaset volessero resistere inconsciamente all'evidenza del commiato con uno dei padri: la realtà è in quei dieci, quindici minuti Bongiorno era diventato uno scomodo quiz, un problema organizzativo, una grana capitata mentre qualche dirigente era a mensa. Succede anche con i cataclismi, figurarsi. Però, dopo cinquant'anni ci si sarebbe aspettata meno approssimazione per uno che la storia del mezzo se l'è fatta tutta, dai manopoloni ai satelliti, dalla prima trasmissione del 1954 fino alla scommessa di "RiSkytutto". Murdoch era rimasto l'unico a dargli credito, negli ultimi tempi lo trattavano tutti come il nonno rincoglionito, perfino una Loretta Goggi esarcerbata l'aveva sbranato verbalmente a Miss Italia. Con la sua buona dose di alterigia senile, Mike non trovava la risposta ai troppi interrogativi che gli frullavano in capo: sperava nella riconoscenza contrattuale del Biscione, nel ritorno in extremis a mamma Rai, in uno scranno a vita a Palazzo Madama. Busta uno, due o tréé. Non voleva dire a se stesso che lo stavano accantonando, il parente rimbambito, mentre lui si sentiva gagliardo, come ai tempi in cui le gaffe gli servivano, anche quando erano pura leggenda, la signora Longari "caduta sull'uccello". Ci aveva costruito una carriera, diceva "Paolovi" parlando di Montini, chiedeva alla partecipante «come sta suo marito» e se quella replicava «è andato in Paradiso», Mike la consolava cinguettando «ma allora sta meglio di noi!». Chissà ora che domande farà lui, al Padreterno, se Gli proporrà qualche opzione, al massimo c'è la "busta numero tréé", mica come qui in Italia dove i giornali di domande ne fanno dieci per volta, e non è detto che se rispondi vinci un premio. In questa Italia dove la Televisione l'ha trattenuto nel limbo per un quarto d'ora, prima della glorificazione. Qui dove l'autunno incombente sarà ancor più cupo, senza un grido di "Allegria!".

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