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Beatles: i successi in un cd

Beatles

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La prima volta che suonò al fianco di John Lennon, l'emozione gli fu fatale. Paul McCartney, ingaggiato come "prima chitarra" nei Quarry Men, dimenticò inaspettatamente di eseguire un assolo nel pezzo "Guitar Boogie". L'appunto scribacchiato da Charlie McBain, gestore di quel New Clubmoor Hall di Liverpool, sentenziava un non troppo lusinghiero "bene & male". Era venerdì 18 ottobre 1957. Meno di cinque anni più tardi, l'11 febbraio 1963, i Beatles incidevano in un solo giorno il loro primo album, "Please please me". Come si intuiva dal timbro di voce, John aveva un terribile raffreddore, ma il budget per le registrazioni era limitato a 400 sterline e il lavoro fu portato rapidamente a compimento. Per la conquista del mondo occorsero sette anni, fino a quel 10 aprile 1970: nelle ore in cui George si lasciava intervistare dalla Bbc sul tema della meditazione, le agenzie di stampa diffondevano nel pianeta l'annuncio di Paul: lui si chiamava fuori, la storia doveva considerarsi conclusa. Ma non è stato così. Quattro generazioni di fans hanno resistito all'idea che un fenomeno così dirompente fosse da archiviare. In troppi hanno buoni motivi per cercare ancora quei semi gettati sui campi della Possibilità & dell'Illuminazione, dell'Anticonformismo & della Genialità, della Follia e dell'Inconscio, sperando che spuntino altre piante dai colori così strani e affascinanti. Così, malgrado la fertile area coltivata del kulturmarket degli anni Sessanta sia ormai ridotta a terra secca, e nonostante due di loro siano scomparsi fisicamente, i Beatles sono condannati a restare l'unica icona dell'ultimo mezzo secolo in servizio permanente effettivo. Verso una plausibile eternità tecnologica, e verso l'infinito e oltre, in quegli spazi siderali dove la Nasa ha trasmesso la struggente "Across the universe", catturando miriadi di ammiratori alieni dei Fab Four. Dall'incessante opera di scavo dei reperti beatlesiani, in tutto questo tempo, non è emerso poi molto. La novità più rilevante era stata finora la "reinvenzione" delle loro canzoni (da parte del produttore George Martin) per "Love", il sontuoso spettacolo del Cirque du Soleil. E si parla insistentemente di un brano inedito, "Now and then", cantato da Lennon nel '78 e rifinito in momenti diversi dagli altri tre: parrebbe finalmente pronto per la pubblicazione. Ma sta per finire il countdown per il 9-09-09, l'attesissimo "Beatles Day": è in arrivo nei negozi (ma è già andato a ruba nelle prenotazioni) il cofanetto con l'opera omnia del gruppo. Tutti gli album rimasterizzati in digitale utilizzando i vinili originali: un lavoro immane, durato quattro anni, in cui si sono immersi i tecnici dei leggendari studi di Abbey Road, circondati da suggestioni e fantasmi. Nella lussuosa confezione tutte le canzoni, dagli esordi fino alla produzione "postuma" di "Let it be". Ci sarà anche un'edizione limitata con le registrazioni in mono, e in un'altra un dvd con il dietro le quinte di ogni album. Gli amanti del vecchio suono analogico rimpiangeranno forse l'allure - di per sè trascendente - dei particolari acustici che si perdevano nella puntina del giradischi. Ma è un fatto che i Beatles, con tutta questa profondità cromatica, non li ha mai ascoltati nessuno: ed è davvero come stare a un passo dalla chitarra di John o dalla batteria di Ringo. Volessimo tenerli alla rispettosa distanza della memoria, ora sarebbe impossibile. Mercoledì sarà anche il giorno di "The Beatles RockBand", il videogioco dove è possibile calarsi nei panni dei quattro musicisti e ripercorrerne la carriera. In quelle stesse ore, Steve Jobs presenterà la nuova generazione di Ipod: non è ancora chiaro se annuncerà il tanto atteso accordo per la vendita su Itunes dei brani del gruppo. C'è da risolvere l'annosa contesa sul marchio Apple (era lo stesso dell'etichetta discografica dei Nostri) e capire come ci si muoverà sul piano dei diritti d'autore dei Beatles. Quelli che appartengono ancora, in gran parte, a Michael Jackson. Di lui chissà, cosa resterà tra quarant'anni.

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