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Inti Illimani amarcord

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Arrivain Italia un gruppo storico, che con la propria musica ha sempre combattuto in favore della libertà e dell'integrazione. Sono gli Inti-Illimani, il gruppo vocale-strumentale cileno. Reduci da un tour europeo che ha riscosso grande successo, tornano in Italia dopo due anni, per una serie di concerti che li vedrà impegnati dal 4 al 14 agosto. Ad aprire questi appuntamenti un grande concerto romano, che si terrà presso il romano Teatro Tendastrisce, domani alle ore 21. Ad aprire il concerto un gruppo della Verbania: i Befolk, a dimostrazione che la musica non conosce confini. Il gruppo si forma nel 1967, all'interno dell'Università Tecnica di Santiago del Cile, nell'ambito del movimento della Nueva Canciòn Chilena. Il nome è composto da due parole: Inti (parola Quechua che significa sole) ed Illimani (nome Aymara di una cima della catena delle Ande). Dopo le tournèe in Sud America, arriva nel 1973 la prima in Europa durante la quale gli Inti Illimani divengono esuli forzati a causa del colpo di stato di Augusto Pinochet. L'esilio in Italia, dove ai membri del gruppo venne riconosciuto il diritto di asilo politico, durò dal 1973 al 1988. Il tremolo eseguito con disinvoltura in «Mis LLamitas» è una tecnica che non viene sottovalutata neanche dai grandi maestri della chitarra classica. Nella loro opera musicale i brani spaziano dalla caratterizzazione tipica della musica indina alla canzone rivoluzionaria, con un'ampia gamma di colorazioni intermedie, insolite ed originali. Il repertorio dunque non si stabilizza intorno ad un modello tipo, non vi è la ricerca della combinazione che funziona o ottimale; al contrario mostra molte possibili combinazioni, spesso geniali, sviluppate dalla confluenza di ingredienti semplici ma saggiamente dosati. Anche nelle elaborazioni più ingenue o scontate la valorizzazione massima porta a piccoli grandi capolavori. Non mancano esibizioni di coralità orchestrale («Patria Prisioniera», «Canto a los Caidos», «La Exiliada del Sur»); di colorazione efficace e curata «La Segunda Independencia», «Simon Bolivar», «Carnevalito della Quebrada de Hamahuaca»; ricerca di tradizioni profonde nei brani: («Señora Chichera», «Flor de Sancayo»). Numerosi i brani allegri nella musica ma struggenti nei testi: prodotte anche strutture musicali complesse.

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