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«Per restare giovani bisogna amare gli altri»

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Malee bene», uno spettacolo da lui stesso ideato e inserito nella rassegna «Serate d'attore». Una miscellanea di brani tratti dal I canto dell'«Inferno» di Dante passando per Sofocle, fino al monologo dell'«Amleto» di Shakespeare, alle letture tratte da Primo Levi, Borges, Ungaretti, fino a De Andrè con musiche di Roberto Procaccini che le esegue dal vivo. Qual è il male per lei? «Quando non si ama e si pensa di essere migliori degli altri». E il bene? «Amare l'umanità e non sentirsi superiori a nessuno. È importante considerare gli altri come se stessi: siamo tutti uguali, tutti mammiferi». L'attore è un poeta o un giullare? «Né l'uno né l'altro. È una persona che riesce a dire alcune cose. In questo spettacolo, per esempio, trasmetto al pubblico la bellezza che leggo, da Sofocle a De André, da Borges a Brecht. Sono alcuni dei testi che ho amato e che mi hanno tenuto compagnia». Cosa ha imparato con l'avanzare dell'età? «A notare quanti errori si commettono e a diventare più preciso e attento verso quello che accade e anche verso il linguaggio da usare». È il teatro che aiuta a rimanere sempre giovani? «Non necessariamente. Non mi sento poi così giovane. Credo che per rimanere a lungo in forma sia importante coltivare un forte amore per gli altri, inseguire e approfondire la conoscenza e cercare coloro che ti vogliono bene». Il lavoro è comunque la sua passione? «Mi vogliono in scena, altrimenti dormirei. In questo momento preferisco essere letto che guardato a teatro. Consiglio il mio libro "Joanna. Luzmarina": una dichiarazione d'amore per l'universo femminile».

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