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Mitterand, il ministro lanciato in politica dall'Italia "retrò"

Mitterand

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Neanche un anno dopo la nomina a capo di Villa Medici, il nipote di Francois Mitterrand è entrato nel governo di Parigi come ministro della cultura. Lo incontro all'indomani della sua nomina. E ricordo il nostro primo incontro, a Roma, fine anni Settanta. Avevo girato un'intervista a Fellini e a Sciascia, coetanei, il secondo nel giardino delle Niobi dell'Accademia di Francia. Comprò le interviste per la Tv francese (allora conduceva un programma su TF1, e si interessò anche a trasmissioni su su Antonella Lualdi, la Pampanini, la Allasio). «Amo le attrici di serie B - disse Fred o Fredo o Frida, come con gli anni si farà chiamare dagli amici... - come un negozio di scarpe da donna di grandi taglie, a Montmartre». «L'Italia mi ha sempre colpito - mi dice - Quando sono venuto per la prima volta, negli anni Cinquanta, mi ha sorpreso che l'etichetta del formaggio Belpaese considerava ancora l'Istria e Zara integrate nei confini italiani. Lì ho intuito quanto di pudicamente rétro ci sia in Italia, così come nelle canzoni di Umberto Bindi e di Gino Paoli. Per non parlare dello snobismo verso le pattuglie romane e non delle nobiltà...». Tanto da scordare gli idoli intellettuali della gioventù: Levi Strauss, Aron Morin, Ferro e tutti i suoi professori delle grandi scuole frequentate a Parigi. È colto, e abbastanza poco mondano, il sessantunenne Frédéric. I suoi amici sanno che può essere un gran lavoratore, ma che i dossiers lo annoiano. Ha scritto qualche bel libro e realizzato film notevoli. Ma il suo gusto per il glamour e il romanzesco lo ha spesso trascinato verso le attrici dei grandi anni hollywoodiani e la vita tragica delle teste coronate più che alle prime degli spettacoli. In materia elettorale ha da tempo "fluttuato". Inquieta di questa "ouverture" voluta da Nicolas Sarkozy per disturbare il Ps, Martine Aubry si è premurata di affermare che il nipote di François Mitterrand "non è mai stato socialista". È vero in parte. Sostenitore entusiasta di suo zio nel 1981, ha aderito al Movimento dei radicali di sinistra. Nel 1995 ha votato Chirac fin dal primo turno. Edouard Balladur, sostenuto da Sarkozy, gli sembrava troppo conservatore e Jospin detestabile. Ma porta un nome magico agli occhi del presidente: Mitterrand. In fondo, ciò che egli conosce meglio di Sarkozy è la famiglia di sua moglie, i Bruni-Tedeschi. Ha sempre amato la raffinatezza delle vecchie nobiltà italiane. Beatrice Caracciolo, moglie di David de Rotschild, sua amica, è destinata a presentare a Villa Medici una mostra di foto. Deve d'altronde una buona parte della presidenza di Villa Medici, nel giugno 2008, alla terza moglie del capo di Stato. Le sue relazioni con il capo dell'Eliseo? Ha assicurato di non aver incontrato che «due o tre volte». Appena arrivato a Roma Mitterrand esternava con gli amici il disagio di Villa Medici: "Un ulteriore Dom-Tom, territorio o dominio d'Oltremare francese". Non era affatto a suo agio a Roma. "Ci ho messo una settimana a uscire dalla mia camera, un mese per uscire dalla Villa. Vengo da altrove e ripartirò altrove. È per questo che non resterò a lungo... Tre o quattro anni". Voltandosi adirato verso la boiserie e le tappezzerie della stanza da pranzo nella Villa: «Ti sembra la maniera di conservare le cose! Nessuno ha mai restaurato nulla da almeno quarant'anni!». Così in otto mesi ha rivoluzionato l'Accademia di Francia: aperto i giardini e la villa, accolto la Deneuve e Rosi, il ministro Bondi e cento altri vip. Che vuol fare da ministro? «Occuparmi dello scarico illegale da Internet, creare un nuovo panorama televisivo europeo, ampliando a Gran Gretagna, Spagna, Italia la nostra rete tv già in partenariato con i tedeschi, "Arte". E poi vorrei fare un film-opera sul Cavaliere della Rosa. Realizzarlo a Vienna e morire lì, girandolo».

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