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Harry Potter è tornato, il maghetto è nelle sale

Harry Potter

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Il film, diretto da David Yates e tratto dall'omonimo romanzo di J.K. Rowling, uscirà oggi in circa 923 copie distribuite da Warner. Il numero di sale sfiora anche il record assoluto, detenuto da «Pirati dei Caraibi», che uscì nel 2006 in 1000 sale. La pellicola, di due ore e mezza, è già stata proiettata domenica in anteprima al Giffoni Film Festival, dividendo critica e pubblico soprattutto per l'epilogo che, almeno stavolta, vede trionfare il male. Ma la battaglia non è finita per Harry Potter (Daniel Radcliffe) e i suoi amici del cuore, Ron (Rupert Grint) e Hermione (Emma Watson) in perenne attesa di chiudere la partita con il signore del male, Voldemort, che in questo episodio non si fa nemmeno vedere. Sempre più cupo, più dark e ambizioso, tra il conflitto interiore del cattivo Draco Malfoy (Tom Felton), l'ambiguità di Piton (Alan Rickman) e le debolezze del nuovo personaggio, Lumacorno (Jim Broadbent), il sesto capitolo vede esplodere le tempeste ormonali dei tre protagonisti, tra le incomprensioni dei primi amori. Se i fan italiani vanno pazzi per le partite di Quidditch (una sorta di calcio dei maghi) e per la saggezza del preside di Hogwarts, Abus Silente, migliaia di ragazzi, sotto il diluvio, sono stati in attesa fin dalle prime ore del mattino a Leicester Square per l'anteprima londinese di Potter. E su quello che è stato per l'occasione ribattezzato il wet carpet (tappeto bagnato), i fan pro Potter sfoggiavano dei cartelli con sopra scritto: «Twilight fa schifo». La competizione tra vampiri e maghetti è scattata. E intanto il giovane Radcliffe ha sfatato le leggende diffuse su di lui. «Le minacce di morte, la leggenda che mi faceva arrivare dal Belgio una birra distillata dai monaci di un convento, la richiesta ai soldati della SAS di portarmi fuori il cane, o la fandonia che ero cresciuto di 25 centimetri in pochi mesi. Tutto falso», svela l'attore su un settimanale italiano. Mentre l'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede elogia la trama dell'ultimo Potter, liberandola dalle accuse di spiritualità new age, d'illusione su poteri soprannaturali per dominare il mondo. Stavolta, «sembra ben chiara la linea di demarcazione tra chi opera il bene e chi compie il male e l'identificazione del lettore e dello spettatore non fa fatica a indirizzarsi verso i primi».

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