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Umberto Fiori incanta tra pronomi, rock e filosofia

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Chi ama la filosofia deve oggi leggere la poesia. Ne è una prova l'ultima raccolta poetica di Umberto Fiori («Voi», Mondadori, € 14,00), personaggio che è stato, oltre che cantante degli Stormy Six, anche studioso di Wittgenstein e del pensiero di Kafka, ed è oggi uno dei più limpidi scrittori di poesia in italiano.   Il libro è un dialogo tra due persone, anzi tra due pronomi (personali): io e voi. Che poi è un monologo, perché parla sempre io, mentre voi sta zitto. Io è fragile come un respiro interrotto, balbetta e zoppica, prova rabbia e sconforto, voi sono gli altri (ma presi di petto), la gente, i "tutti" già titolo di un precedente libro del '98, e sono in questo la ragione, il logos, la forza, l'essere stesso, in quell'etica non più della coscienza, ma della responsabilità (Jonas), del discorso (Habermas, Apel). Ma Fiori si nutre di ulteriori apporti, e che cose nuove porta di suo, specialmente sul tema della gentilezza, della creanza (Dialogo della creanza, LietoColle, 2007). Voi sono tanti, hanno sempre ragione (come il cliente). "Voi: coro di angeli e di mostri / che detta legge / a tutti i miei pensieri". Claudio Damiani

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