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L'ultima dagli States Sulla Sindone c'è Leonardo

La Sacra Sindone

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{{IMG_SX}}Tormentoni non sono solo le canzonette, i motivi che nessuno può fare a meno di canticchiare. Esistono quelli sui delitti irrisolti, sui plagi letterari. C'è poi la categoria dei personaggi-tormentone. Ed ecco che Leonardo da Vinci, troppo geniale per non intrigare, è tra i più cliccati. Dagli scantinati, dalle soffitte più improbabili escono autoritratti. Di Monna Lisa si è favoleggiato che è una bella toscana, una prostituta romana, la duchessa di Francavilla, oppure no, Leonardo in persona, che per l'occasione fece fuori la barba. Adesso riciccia un'altra leggenda che mischia mistero a mistero, tormentone a tormentone: non è la faccia di Gesù quella che traspare dalla Sacra Sindone, ma il volto del toscano. La «rivelazione» arriva dagli States, usi a metabolizzare quanto fa sensazione. E porta la firma di Lillian Schwartz. Il suo biglietto da visita dice che è consulente della School of Visual Arts di New York, il suo passato rimanda a Vinci perché la signora vent'anni fa s'incaponì, col computer, sulle analogie tra le fattezze di Leonardo e quelle della Gioconda. Sostiene, la Schwartz (news ripresa subito dal britannico Sun e in un documentario trasmesso ieri nel Regno Unito da Channel 5) che il pittore e scienziato riuscì a creare il «negativo» del lenzuolo-miracolo appendendo il lino cosparso di emulsione fotosensibile - chiara d'uovo mista a gelatina - in una stanza buia. Davanti alla stoffa, in un foro della parete, avrebbe messo una lente di cristallo e piazzato di fronte, su una colonnina, un busto raffigurante il suo volto. Dopo giorni di esposizione, l'immagine della statua si sarebbe impressa, capovolta, sul lenzuolo. Elementare Watson!, avrebbe esclamato Sherlock Holmes. «Ma c'è un piccolo particolare - sbotta Pierluigi Baima Bollone, il professore di medicina legale all'università di Torino che alla Sindone ha dedicato decine di saggi - La reliquia è conosciuta dal 1353 mentre Leonardo è nato cent'anni dopo, nel 1452. E poi, questa storia è vecchia di 25 anni, proposta per la prima volta da una studiosa italiana, Maria Consolata Corti. Vero è invece che il volto della Sindone è riprodotto in monete d'oro, i solidi, coniate a Bisanzio dall'imperatore Giustiniano II, a cavallo tra V e VI secolo». Maurizio Marini, tra i maggiori esperti dell'arte dal '400 al '700, propone: «Oltre al reato di lesa maestà, istituiamo quello di lesa scienza e di lesa arte. Ma tant'è: dopo che Dan Brown ha sostenuto che il San Giovanni del Cenacolo leonardesco è la Maddalena, tutto è concesso. Per parte mia dico sulla Sindone: guardiamo e crediamo. Perché nessun colorante può penetrare così poco come la "bruciatura" che nel Sacro Lino disegna il volto di Gesù». Il medievista Franco Cardini liquida la faccenda con un secco «americanate». Il bello è che degli azzardi della Schwartz ridono due sindonologi stelle e strisce, Lynn Picknett e John Jackson. Anche oltreoceano c'è un po' di rigore.

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