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Risorge il gigante di pietra «Un regalo per i posteri»

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.Questa l'impresa alla quale puntano: l'Unesco–Italia, presieduto da Giovanni Puglisi, la Casa Editrice «Il Cigno», diretta da Lorenzo Zichichi e Norberto Kuri, che hanno coinvolto anche la notissima casa d'aste Christie's e il Pio Sodalizio dei Piceni. Il progetto, grandioso, ha preso il nome di «Con l'arte rinasce il Tempio di Zeus». Per capire l'importanza dell'intervento occorre fare un passo indietro. Il monumento in questione, il Tempio di Zeus Olimpico, fu eretto nel IV secolo avanti Cristo nella regione più sfarzosa e ricca della Magna Grecia: la Sicilia. La Sicilia per la cultura, i costumi, il desiderio di apparire, era un po' la «California» della Magna Grecia e Agrigento era la «Hollywood» dell'epoca. Attorno alla città sorsero templi giganteschi, tra i quali, appunto, il tempio di Zeus Olimpico. Era sorretto da una selva di colonne e di «Telamoni»: statue gigantesche, alte circa otto metri che sostenevano gli architravi. Oggi del grande tempio che dominava la valle resta solo un cumulo di rovine. Ma presto potrebbe non essere più così. Dottor Lorenzo Zichichi, come nasce il progetto «Con l'arte rinasce il Tempio di Zeus»? «Io, insieme a Norberto Kuri, dirigo la casa editrice "Il Cigno", specializzata in arte contemporanea e storia del diritto. Quest'anno "Il Cigno", da sempre impegnata in imprese dove è necessario l'intervento del privato, festeggia i quarant'anni di attività e per questo abbiamo deciso di sostenere un progetto di particolare importanza». Chi sono i vostri partner? «Negli anni passati ci siamo trovati a collaborare con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, quest'anno con l'Unesco, la casa d'aste Christie's, il Pio Sodalizio dei Piceni. Ci tengo a sottolineare che i nostri progetti sono sempre finalizzati e specifici: i soldi devono essere ben spesi». Perché avete scelto la Valle dei Templi? «Questo intervento nasce da un contatto con Rosalia Camerata Scovazzo, presidente del Parco Archeologico della Valle dei Templi, la studiosa che accolse il Satiro Danzante, recuperato per caso da alcuni pescatori, capendone immediatamente l'importanza. Gli studi condotti dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e dall'Istituto Archeologico Germanico di Roma hanno portato a identificare più di 90 frammenti delle antiche sculture dell'Olympieion di Agrigento. Oggi, grazie a questi studi, esiste la possibilità di ricostruire uno dei Telamoni». Cambierà l'immagine della valle? «Il progetto arricchirà e modificherà lo skyline della Valle, poiché la statua verrà eretta in tutti i suoi otto metri di altezza, proprio nell'area in cui sorge il Tempio di Zeus». Potrebbero esserci delle critiche... «Questo progetto è un arricchimento del nostro patrimonio culturale, un regalo per i nostri figli. Quei frammenti, oggi, è come se fossero in fondo al mare». Per finanziare il progetto sono state messe all'asta opere prestigiosissime dalle collezioni de «Il Cigno»: bozzetti e opere di Giacomo Manzù, Renato Guttuso, Igor Mitoraj, tre lastre in rame di Amedeo Modigliani e tanti altri.

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