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Scardino, la poesia illuminata

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Paradigmadell'esistere, di una natura interiore chiusa a bozzolo. Impercettibile, viscida e filamentosa la nebbia avvolge il percorso di sofferenza di un Io alla cocciuta ricerca del silenzio. Nella prima sezione della raccolta di poesie «Liberando le gomene» di Antonio Scardino (Ed. LietoColle) ispirata agli Asfodeli, i fiori dell'oltretomba del mito greco le parole sono aspre e le tonalità sono grigie. Le immagini evocate assumono la forma di un sapere antico «il mormorio insinua ioniche colonne, da secoli mute...» L'energia e la vitalità prorompono nella seconda parte «Liberando le gomene» dove l'autore riemerge dalle brume con un piglio impetuoso e annuncia «io vivo qui ora». La scrittura poetica di Antonio Scardino predilige un linguaggio ermetico, asciutto, concentrato al massimo. Con «Posso» il poeta finisce per riannodare i pezzi sparsi di sè stesso arrivando alla rivelazione finale con le parole disseminate in «altro ordine» e Giulipetta, filastrocca amorosa fino a «l'unica legge»: l'impeto dei bambini, che saltano d'un fiato la muraglia.

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