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Lindqvist Lo Stephen King svedese «Il vero horror è nel quotidiano»

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.Marsilio) si è presentato così: «Chi sono? Uno che era infelice, poi è diventato molto felice e per tenere viva questa felicità, riversa il suo lato oscuro nei libri». E ha annunciato che stasera a Massenzio leggerà l'inedito «Pareti di carta», quelle di un'enorme scatola, usata come giocattolo da un bambino, «sottili pareti come quelle che separano il mondo reale da quello mostruoso». Simpatico, battuta facile (ha fatto il prestigiatore, il mago alle feste dei bimbi, il comico da cabaret ecc. prima di diventare scrittore) e naturalmente biondo con gli occhi azzurri. È lo Stephen King della Scandinavia, maestro della paura, teorico dell'«horror che acquista credibilità solo se irrompe in una situazione di estrema normalità (Blackberg, il quartiere di periferia dove è vissuto da piccolo o la scuola dove ha sofferto per le angherie subite da compagni bulli)». Solo così può essere verosimile (e terribile) l'arrivo di un bambino-vampiro che diventa il vicino della porta accanto; oppure in una sera d'agosto carica di elettricità il risveglio improvviso di tutte le persone decedute da poco... «Lasciami entrare», diventato poi film, definito un capolavoro, è l'anti-Twilight per eccellenza. Anche «L'estate dei morti viventi» sarà presto un film ( sceneggiatura di Lindqvist). E Marsilio, al più presto, manderà in stampa il terzo romanzo. Chiediamo a Lindqvist, in anteprima la trama: «S'intitola "Il porto umano". È ambientato in un'isola dell'arcipelago svedese dove c'è un faro. Ci abita una giovane coppia con una bimba di 6 anni. Un giorno con gli sci ai piedi la famigliola attraversa lo specchio d'acqua gelato e va a visitare il faro. La bimba sparisce. Una tragedia. Il matrimonio va a rotoli e, anni dopo, il padre ormai fallito e alcolizzato, torna nell'isoletta e si stabilisce nella vecchia casa. E improvvisamente la figlia stabilisce un contatto con lui. Non ricompare, lei è in un'altra dimensione, è come un fantasma». Lindqvist, intanto, sta scrivendo un quarto romanzo: «Si chiamerà Stellina e le protagoniste sono due quattordicenni». Tutti adolescenti, i medium dei suoi libri che, però, non sono adatti ai ragazzi.. «Ho proibito a mio figlio di 12 anni di leggerli. Però di nascosto s'è fatto prestare quello sui morti viventi. E gli è piaciuto».

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