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È il pezzo più famoso dell'arte antica egiziana: il busto di Nefertiti, oggi conservato all'Altes Museum di Berlino

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Èl'immagine stessa della femminilità: il trucco di quegli occhi perfetti, uno appena offeso dal tempo, ha ispirato signore e visagisti per decenni. Nefertiti, la «Bella è giunta», questo il significato del suo nome, sposa di Akhenaton, vissuta più di tremila anni fa, ha fatto giungere fino a noi il mito della sua bellezza attraverso il suo busto. Perfetto. Ma per due autorevoli studiosi quel busto è una patacca, un falso. Il mondo dell'archeologia è in subbuglio da alcune settimane, dall'uscita dei libri: «Il busto di Nefertiti, un falso dell'egittologia», dello svizzero Henri Stierlin, e «Falsari d'Egitto» del francese Jean-Jacques Fietcher. I due storici percorrono strade diverse, ma giungono alla stessa conclusione: l'antichissimo busto di Nefertiti, rinvenuto attorno al 1912 durante gli scavi nella zona di Tell el-Amarna, una città sul Nilo a metà strada tra Luxor e Il Cairo, dall'archeologo Ludwig Borchardt è falso. Fu in realtà commissionato dallo studioso ad uno scultore dell'Art Nouveau, Gerard Marks, che lo realizzò pacchianamente secondo i canoni estetici dell'epoca, ma usando pitture e materiali antichi. Fu fatto per dare un'idea di come lavoravano gli antichi egiziani, poi l'oggetto piacque tanto, soprattutto a un principe tedesco, che alla fine i due decisero di lasciar credere che fosse un originale. A sostegno della tesi gli studiosi ricordano che le circostanze del ritrovamento furono, ed è storia, mal spiegate e peggio documentate. «Il suo viso - taglia corto Jean-Jacques Fietcher - è troppo fine per essere vero». E dice qualcosa, al di là degli esami scientifici, che tutti pensano guardando quel volto e quel collo perfetti: è una bellezza che sembra fatta per colpire gli uomini e le donne del '900. Non si è fatta attendere la risposta di Wildung Dietrich, direttore del Museo Egizio: «Noi non mettiamo nel museo opere su cui abbiamo dubbi, con 700 mila visitatori che riceviamo ogni anno. Una tomografia, l'analisi del materiale e la documentazione completa della sua storia ha dimostrato la sua autenticità». Lo sostiene un'altra prestigiosissima studiosa: Guillemette Andreu-Lanoe, direttrice del Dipartimento delle antichità egiziane del Louvre: «Conosco bene il direttore del Museo di Berlino e non avrebbe esitazione a identificare un falso». Un modo per sapere la verità ci sarebbe: tagliare il collo della bella Nefertiti per un'esame interno. Ma questo nessuno, proprio nessuno, sembra volerlo fare.

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