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Baryshnikov lo zar, incontri ravvicinati con Ana Laguna

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Lorenzo Tozzi Oggi la danza, forse anche per mancanza di idee, cerca combinazioni e incontri all'apparenza impossibili tra linguaggi ma anche tra artisti di esperienze o stili diversi. Un esempio se ne era avuto mesi fa tra lo stimolante e illuminante incontro tra una grande attrice cinematografica come Juliette Binoche, in veste danzante, al fianco dell'originale Akra Khan. Ora, per inaugurare questa sera all'Auditorio di via della Conciliazione, la quarta edizione della preziosa rassegna «Tersicore – Nuovi spazi per la danza» si tenterà la congiunzione tra due grandi astri della danza dai trascorsi artistici molto diversi. Da una parte c'è uno dei più grandi ballerini della seconda metà del Novecento, il lettone Mikhail Baryshnikov, formatosi al Kirov di Pietroburgo e trapiantato da anni prima all'American Ballet (di cui è stato anche direttore artistico) e poi alla guida di una compagnia giovane e scattante (White Oaks Dance Poject) in un gran salto dal classico al contemporaneo, dall'altra la ben nota danzatrice spagnola Ana Laguna, formatasi con Maria De Avila e splendida interprete (e compagna di vita) dei balletti più importanti di Mats Ek e del Cullberg Ballet di Stoccolma, a partire dalla scioccante Giselle riscritta in termini di assoluta contemporaneità. «Three solos and a Duet», coreografie dello svedese Mats Ek, figlio d'arte della neoespressionista Birgit Cullberg (il passo a due), del francese Benjamin Millepied, già ballerino del New York City Ballet, e di Alexei Ratmansky, formatosi al Bolscioi di Mosca, è stato espressamente concepito sulle diverse qualità dei due danzatori, tra virtuosismo e alta espressività. Il programma si compone di Valse Fantaisie (2009) interpretato da Baryshnikov su musica di Glinka ( coreografia di Ratmansky), del Solo for two (1996) con le due étoiles (coreografia di Mats Ek) su musica di Arvo Pärt, l'assolo Years Later (2006-2009) con Baryshnikov che balla su musica del minimalista Philip Glass, di Satie e Monk ( coreografia di Millepied) ed infine Place (2007) per due danzatori di Ek, su musica del Flaskkvartetten, incentrato sull'analisi di una relazione di coppia: sentimenti che si oppongono e si sovrappongono in un'altalena che trascolora dalla gioia alla tristezza della routine. Russia, Spagna, Svezia e Francia insomma insieme per uno spettacolo solo per quattro gambe, ma dalle molte anime e connotazioni.

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