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Festival di Cannes: palma ad Haneke

Haneke riceve la palma d'oro

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La Palma d'Oro 2009 va a Michael Haneke, regista tedesco di origine austriaca per «Il nastro bianco», ma la premiazione finale ha un sapore tutto francese: Alain Resnais, con «Les Herbes Folles» vince il Premio speciale per la carriera, Jacques Audiard il Gran Premio della giuria per «Un prophète» e Charlotte Gainsbourg è la miglior attrice per «Antichrist». Miglior attore è invece Christoph Waltz per «Inglorious Basterds» di Tarantino. Nel palmares a sorpresa resta fuori il nostro Marco Bellocchio con «Vincere» e entrano due registi asiatici, il filippino Brillante Mendoza e il cinese Lou Ye.  C'è anche un pizzico d'Italia nel film «Il nastro bianco», coproduzione europea tra Germania, Francia e Italia grazie alla Lucky Red che lo farà uscire nella prossima stagione. E c'è persino un'attrice italiana, Sara Schivazappa, che veste i panni di una bambinaia e parla in italiano nella versione originale della pellicola. La Lucky Red di Andrea Occhipinti è anche nella coproduzione di Antichrist di Lars Von Trier, che è uscito dal festival con il premio alla migliore interpretazione femminile andato alla Gainsbourg. Soddisfatto anche Valerio De Paolis della Bim che, pur non avendo ottenuto premi con i film di Loach e Ang Lee di cui ha la distribuzione, torna in Italia con il Grand Prix a «Un Profeta» di Jacques Audiard, con il Premio speciale al maestro Alain Resnais e con quello della giuria a «Thirst» di Park Chan Wook (ex aequo con Fish Tank di Andrea Arnold). Haneke esplora le radici più intime del nazismo nel suo affascinante, gelido e agghiacciante ritratto in bianco e nero: tutto si svolge tra gli abitanti di un piccolo villaggio protestante nel Nord della Germania nel 1913. Una serie di strani accadimenti, molestie a bambini e altri incidenti, scandiscono la vita del villaggio con donne sottomesse, genitori e istitutori inflessibili, perfidie, punizioni, mentre il nastro bianco da portare è il simbolo di una purezza tutta da conquistare. Solo un insegnante sembra più ragionevole, l'unico con la voglia di scoprire veramente cose c'è dentro tutto quest'ordinario inferno apparentemente perfetto e pulito fino allo svelamento finale lasciato allo spettatore solo intuire da una grande sceneggiatura (sempre di Haneke). A compiere questi crimini, come cavare gli occhi ad un piccolo bambino handicappato, è l'intera comunità dei bambini del villaggio, cresciuti a pane e disciplina ferrea, abituati a covare l'odio e ad ubbidire: sono quei bambini che saranno i nazisti di qualche anno dopo. «La festa è finita. Sono stati giorni meravigliosi, preziosi, vissuti in amicizia con tutti i colleghi. È triste che quest'esperienza sia finita», ha detto la Huppert. Durante la serata, condotta dall'attore Eduard Bauer che aveva presentato anche la cerimonia di apertura. Tutti in piedi in sala ad applaudire a lungo il maestro Alain Resnais, 87 anni a giugno e mai una Palma d'oro, cui è stato assegnato un premio speciale del 62° festival per il suo film corale «Les Herbes Folles», ma anche per l'intera carriera. Il premio per il miglior attore è andato all'austriaco Christoph Waltz, scelto da Tarantino per «il geniale linguismo» che esigeva il ruolo di un implacabile cacciatore di ebrei poliglotta in «Inglourious Basterds». La figlia di Jane Birkin, Charlotte Gainsbourg, vincitrice per la migliore interpretazione femminile in «Antichrist» di Lars Von Trier, ha voluto dividere il premio con il regista assente stasera e con il coprotagonista Willem Dafoe, ringraziando la famiglia «fonte d'ispirazione. E infine anche mio padre», il poeta e cantante Serge Gainsbourg scomparso nel '91. A consegnarle il premio i nostri Paolo Sorrentino e Stefano Accorsi. Ambientazioni stupende, decori affascinanti, abiti ed oggetti degli anni stravaganti della Belle Epoque, sono stati invece gli ingredienti del film «Coco & Igor» di Jan Kounen, che ha chiuso ieri (fuori concorso) la 62esima edizione del festival di Cannes. Tutto è centrato sulla love story tra Chanel e Stravinsky, con Anna Mouglalis e Mads Mikkelsen, per il terzo film dell'anno sulla stilista francese.

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